Gli strumenti per far emergere i reati sommersi che spesso si nascondono tra le mura domestiche
L’impegno contro la violenza sulle donne vede in prima linea anche l’Arma dei Carabinieri con l’obiettivo di far emergere tutti quei reati contro le donne che spesso si nascondono fra le mura domestiche e per reprimere altri reati apparentemente meno gravi che insidiano quotidianamente le donne, come lo stalking, i maltrattamenti e le percosse.
Oltre alle campagne di sensibilizzazione sul tema, gli strumenti specifici sono vari, a partire dalla sezione Atti Persecutori, collocata nell’ambito del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche – e che da oltre dieci anni svolge attività di studio e analisi del fenomeno,
A questo si aggiungono, sin dal 2014, la “Rete nazionale di monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere” e il progetto avviato con Soroptimist International d’Italia, denominato “Una stanza tutta per sé”: consiste nell’allestimento, all’interno delle Caserme dell’Arma, di locali idonei all’ascolto protetto di donne vittime di violenza
L’8 gennaio scorso è stato anche siglato un protocollo d’intesa con l’Associazione “Vite senza Paura”, presieduta da Maria Grazia Cucinotta ed impegnata sul territorio a supporto delle vittime di violenza di genere, per lo sviluppo di iniziative congiunte volte a rafforzare le azioni di prevenzione e repressione del fenomeno.
Infine, l’Arma dei Carabinieri ha partecipato con la Polizia di Stato alla realizzazione del sistema “Scudo”, una banca dati dedicata, volta a fornire agli operatori, nell’immediatezza degli interventi, un quadro informativo completo su eventi pregressi e soggetti coinvolti.
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