Nel 2018 la condanna in primo grado, a due anni di reclusione e il risarcimento alla famiglia della vittima, dell’infermiere dell’Asp di Siracusa
È fissata per domani, giovedì 19 settembre al Tribunale di Catania, la nuova udienza per il processo d’Appello per l’omicidio colposo del 21enne siracusano disabile psichico Stefano Biondo.
La morte di Biodo crisale al 25 gennaio del 2011 all’interno della comunità alloggio dove si trovava ricoverato.
Nel 2018 la condanna in primo grado, a due anni di reclusione e il risarcimento alla famiglia della vittima, dell’infermiere dell’Asp di Siracusa accusato di aver provocato il soffocamento di Stefano, a seguito di una manovra di contenimento durante una crisi.
La sentenza di primo grado è stata impugnata dalla difesa del paramedico siracusano.
La sorella di Stefano, Rossana, assistita dall’avvocato Massimo Lo Vecchio, teme un nulla di fatto.
“Sono passati 14 anni dalla morte di Stefano e ancora nulla dalla giustizia italiana, – ribadisce Rossana La Monica – domani volevamo essere presenti al tribunale con le nostre magliette e la nostra speranza di ottenerla quella giustizia che abbiamo tanto atteso, ma purtroppo siamo stati informati dal nostro legale che l’udienza sarà solo cartulare, dunque a porte chiuse.
In più, – continua La Monica – l’avvocato ci ha anche preparato all’evenienza, proprio perché è nella facoltà del giudice, visto il protrarsi del procedimento, di pronunciarsi per la prescrizione dei termini.
In quell’aula, dietro quelle porte chiuse – prosegue – si deciderà se rendere giustizia ad una morte assurda o procedere all’archiviazione del caso, una decisione che dopo tutti questi anni a noi suonerebbe non solo come una beffa ma come un vero oltraggio alla memoria del nostro caro Stefano che chiedeva solo di vivere.”
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