Finisce così la sua esperienza all’interno del partito di Salvini in Sicilia
“Lascio la Lega Sicilia, ormai diventata una vera e propria camera a gas, che ha trasformato i suoi uomini e le sue donne in gabinettisti, senza anima e senza alcun progetto e slancio politico, ma solo asserviti al tiranno di turno a cui devono lo stipendio mensile”.
Con queste parole dure e che testimoniano un grande disagio, Vincenzo Vinciullo annuncia la fine della sua esperienza all’interno del partito di Salvini in Sicilia.
“Un partito, in Sicilia, a conduzione familiare – accusa Vinciullo – in cui gli impegni assunti non vengono rispettati e mantenuti, la parola data non viene onorata dove la questione morale non viene mai affrontata, anzi nascosta nel porto delle nebbie e del silenzio.
E’ notorio a tutti – aggiunge – che, da mesi, è iniziata una diaspora sia dei semplici sostenitori e militanti, quanto soprattutto dei candidati alle ultime elezioni regionali che, con i loro voti personali, hanno consentito al partito il superamento dello sbarramento del 5% e, di conseguenza, agli attuali deputati di essere eletti.
Dagli eletti e nominati, con i voti della provincia di Siracusa, in questi due anni, abbiamo ottenuto – punta l’indice Vinciullo – un insopportabile rigurgito di cupidigia, arroganza e saccenza.
Una guerra continua al Commissario provinciale del partito – riferisce – accordi, nemmeno sottobanco, con gli altri partiti politici, compreso il Pd, come nelle elezioni di Francofonte, tradimenti nella formazione delle liste, come nel caso di Siracusa e Pachino, mancata partecipazione alla vita del partito.
Lascio, insieme ai miei amici, la Lega Sicilia – conclude – dimettendomi dalla carica di Commissario provinciale, ritorno ai miei movimenti civici”.
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