Il presidente, Morreale, rintuzza le accuse lanciate da Auteri contro il dirigente del Dipartimento Sviluppo rurale
L’emergenza cinghiali c’è ed è sotto gli occhi di tutti, ma bisogna ristabilire la verità ed evitare strumentalizzazioni”.
A dirlo è il presidente di Natura Sicula, Fabio Morreale.
“Dalla zona montana siracusana i cinghiali sono scesi fino alla costa – dice – vvistamenti sono stati fatti anche al Plemmirio e a Pachino.
Ma quando gli allevatori di bovini manifestano preoccupazione per il rischio diffusione della peste suina tra i loro capi, temendo eventualmente di dover abbattere tutti i loro animali, significa che c’è estremamente bisogno di informazione. La peste suina non si trasmette ai bovini, ma solo tra i suidi (maiali e cinghiali). Il virus inoltre non è trasmissibile all’uomo.
Altra fake new – insiste Morreale – è che a Siracusa non si stia facendo niente come dice il deputato regionale Carlo Auteri.
Malgrado la burocrazia renda lenta l’attuazione di convenzioni e protocolli tra associazioni venatorie ed enti pubblici, finora sono stati legalmente abbattuti circa 150 cinghiali.
Numerosi incontri si sono svolti con sindaci, il dirigente del Dipartimento Sviluppo rurale e quello dell’Ispettorato
ripartimentale delle Foreste, i responsabili dell’Asp, le associazioni venatorie, le forze dell’ordine, arrivando all’accordo che i sindaci possono emettere ordinanze per abbattere i cinghiali nelle aree non protette e nelle zone in cui vi sono evidenti rischi e pericoli per la pubblica incolumità.
Per le aree protette – prosegue Morreale – è prevista la collocazione di gabbie trappola ma dovendole monitorare giornalmente, stenta ad arrivare la disponibilità dei coadiutori.
Il dipartimento peraltro ha tenuto corsi per la formazione e l’aggiornamento dei coadiutori nella gestione del piano di contenimento, ha individuato la struttura comunale dotata di celle frigorifere in cui conferire i capi abbattuti in attesa dei controlli dell’Asp, e sta per attivare un’app – conclude – per consentire agli operatori di caricare i punti esatti in cui posizionano le gabbie trappola ed effettuano gli appostamenti, affinché in tempo reale le informazioni siano a disposizione di tutti gli enti pubblici, comprese le forze dell’ordine”.
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