L’obiettivo dell’agguato non era il 17enne, ma il padre e il giovane era stato colpito alla testa a causa di una tragica fatalità: era seduto di fianco al genitore all’interno della macchina
Svolta nelle indagini sull’agguato che, un paio di settimane fa a Noto, è costato la vita ad un 17enne, Paolo Mirabile.
Il giovane fu raggiunto da un colpo d’arma da fuoco alla testa mentre si trovava in auto con i familiari. Ricoverato all’ospedale Garibaldi centro la morte sopraggiunse alcuni giorni dopo.
Nelle ultime ore è stato eseguito un fermo a carico di un soggetto ritenuto l’autore dell’omicidio: si tratta di un 33enne di Noto.
In queste settimane serrate indagini, coordinate dal Procuratore Capo di Siracusa dott.ssa Sabrina Gambino e dai sostituti procuratori Salvatore Grillo e Silvia D’Armento, da parte dei Carabinieri, nell’ambito della comunità dei Caminanti, alla ricerca dell’arma che ha ucciso il 17enne e volte all’identificazione dell’autore.
L’ultimo intervento in contrada Meti, tra Avola e Noto, con il ritrovamento di pistole, fucili e munizioni all’interno di una grotta.
Nonostante il muro di omertà eretto dall’intera comunità nomade cui appartengono sia la vittima che l’uomo arrestato e che non ha offerto alcuna collaborazione, la svolta è arrivata grazie ai rilievi tecnici effettuati dai Carabinier.
Giunti sul posto poco dopo la sparatoria del 30 novembre 2021, si sono resi immediatamente conto che la scena del crimine era molto più ampia e complessa di quanto poteva apparire e che non era compatibile con quanto raccontato persino dalla madre e dai familiari della vittima. I
Sul posto sono stati recuperati non solo alcuni bossoli e numerose bottiglie di alcolici, ma anche alcune telecamere che, poco distanti dal luogo dove era stata invece segnalata inizialmente la sparatoria, avevano ripreso tutte le fasi precedenti e successive, immortalando l’autore mentre esplodeva più colpi d’arma da fuoco.
Dalla visione delle immagini, è emerso che l’obiettivo dell’agguato non era il 17enne, ma il padre e che il giovane era stato colpito alla testa, a causa di una tragica fatalità, solo perché si trovava al posto sbagliato al momento sbagliato, in quanto era seduto di fianco al genitore all’interno della macchina mentre venivano esplosi i colpi di arma da fuoco.
Alla base dell’agguato un litigio, alimentato dall’abuso di alcolici, tra il padre della vittima e il presunto omicida, peraltro alla presenza di numerose persone, alcune delle quali, hanno addirittura negato di essere presenti al momento del delitto.
Il 33enne, accusato dell’omicidio è stato arrestato mentre tentava di trovare rifugio presso alcuni componenti della
comunità nomade netina.
© E' VIETATA LA RIPRODUZIONE - TUTTI I DIRITTI RISERVATI