Il parlamentare regionale della Lega teme l’effetto domino che scatenerebbe una fuga dell’intero settore petrolifero italiano
“I sindacati provinciali sollecitino le segreterie nazionali sulla risoluzione della crisi del Petrolchimico di Siracusa”.
È l’invito rivolto dal parlamentare regionale della Lega, Giovanni Cafeo, che teme l’effetto domino che scatenerebbe una fuga dell’intero settore petrolifero italiano, tagliato fuori dal piano del Governo nazionale per transizione energetica.
“Non bisogna parlare di licenziamenti, questo è il momento – dice Cafeo – di unire le forze per raggiungere un obiettivo importante per il futuro dell’economia, dell’occupazione e della tenuta sociale del territorio. Aziende, sindacati e rappresentanti politici devono marciare nella stessa direzione”.
“Circa 3 miliardi di euro di investimenti, già programmati dalle imprese del Petrolchimico, rischiano – continua Cafeo – di essere dirottati in altri paesi se non vi sarà un’inversione di tendenza.
Le aziende del Petrolchimico, senza la possibilità di essere aiutate nella transizione energetica, decideranno – aggiunge – di delocalizzare in paesi più flessibili per cui, ci ritroveremo ad acquistare benzina e gasolio, che prima producevamo in casa, da paesi del Nord Africa oppure dalla Cina e dalla Russia, con costi esorbitanti”.
Poi l’invito alla politica, a deputati nazionali e regionali è di mettere da parte le contrapposizioni per la salvaguardia del territorio: ” Ognuno – conclude – deve convincere i leader di partito a mettere la questione industriale in cima all’agenda politica del Governo, altrimenti rischiamo di imboccare una strada senza ritorno”.
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