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Lavoratori di Priolo esposti all’amianto, Vicario torna a scrivere al ministro del Lavoro: “Si faccia giustizia”

Lavoratori di Priolo esposti all'amianto, Vicario torna a scrivere al ministro del Lavoro: "Si faccia giustizia"

Sono trascorsi più di 600 giorni dalla sentenza della Corte di Appello di Catania che negò il prepensionamento al gruppo di ex dipendenti di Industrie Meccaniche Siciliane

Il caso dei lavoratori delle Industrie meccaniche siciliane a cui è stato negato il prepensionamento torna sul tavolo del ministro del Lavoro.

Il responsabile Ona della Sicilia, Calogero Vicario, ha inviato una lettera al rappresentante del governo nazionale per sollecitare il suo intervento e ristabilire giustizia.

Vicario ha già incontrato il ministro Andrea Orlando nel novembre 2021 e in quell’occasione gli spiegò il dramma di quel gruppetto di lavoratori, tra cui anche lui, che da quasi due anni ha attivato una protesta pacifica.

Vicario non ha più tagliato barba e capelli, dal giorno in cui la Corte di Appello di Catania ha negato a lui e ai suoi compagni di lavoro il prepensionamento e sono già passati più di 600 giorni.

“Abbiamo lavorato a stretto braccio con l’amianto – ha scritto Vicario nel ricordare al ministro – e fortunatamente siamo ancora in vita, a differenza di tanti nostri colleghi che sono deceduti per tumori amianto correlati.

Le problematiche affrontate in sede giudiziaria contro l’Inps e l’Inail e contro imprese private e pubbliche – ha continuato – sono sempre terminate con delle sentenze ingiuste e ostative al riconoscimento dei diritti dei lavoratori sia di natura previdenziale che di natura risarcitoria a tutte le vittime dirette, e ai loro familiari superstiti, vedove e orfani.

Ritengo, quindi, opportuno e doveroso che l’impegno manifestato nell’incontro del 9 novembre scorso, trovi uno sbocco risolutivo, in modo particolare nella creazione di uno strumento normativo che favorisca la tutela di tutte le vittime dell’amianto in vari settori, al fine di evitare inutili e tortuose peripezie”.

Nel frattempo sul fronte giudiziario il percorso è proseguito e il giudizio è adesso incardinato in Cassazione.

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