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Caso Ias, Baio: “Non c’è risolutezza nell’affrontare la questione”

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L’esponente del Pd chiama in causa sindacati, deputati regionali e sindaci

Poca risolutezza da parte di sindacati parlamentari regionali e sindaci sul caso Ias.

A sostenerlo è Salvo Baio: “Dopo l’ordinanza del gip Palmeri, che vieta di conferire nel depuratore dell’Ias i reflui industriali, è arrivata la revoca da parte dell’Irsap (Istituto regionale sviluppo attività produttive ) dell’autorizzazione alla Priolo Servizi (la società consortile i cui soci sono la Versalis, l’Isab, l’Eni Rewind, l’Erg Power) allo scarico nel collettore priolese.

Praticamente le industrie del Petrolchimico non hanno più alcun titolo per avvalersi del depuratore consortile e non potendo conferire altrove i propri reflui potrebbero esssere costretti a fermare le produzioni.

Da quando? Da quando i magistrati decideranno di dare esecuzione (in tutto, in parte, gradualmente?) all’ordinanza di divieto degli scarichi industriali.

Una sorta di ora x che farà scattare il blocco dell’area industriale, con le conseguenze che si possono facilmente immaginare.

Le cause della tempesta giudiziaria che si è abbattuta sull’Ias dipendono, come è noto, dall’inadeguato funzionamento dell’ impianto di depurazione, che andrebbe ristrutturato per contenere gli effetti inquinanti sul territorio.

Chi deve sostenere i costi degli interventi necessari? Se è vero, come io ritengo, che il depuratore consortile è di proprietà della Regione, i costi della ristrutturazione se li deve accollare quest’ultima e se non lo fa ne deve rispondere.

Va ricordato che, nonostante il provvedimento di sequesto giudiziario del depuratore sia stato adottato più tre anni fa, non un solo intevento di messa a norma degli impianti è stato fatto.

I sindacati e l’Associazione degli industriali hanno chiesto un incontro in prefettura per affrontare le due più spinose questioni dell’area industriale: Lukoil e Ias.

Mentre è chiaro a tutti che la soluzione del caso Lukoil è nelle mani del governo nazionale (il quale finora se ne è disinteressato per ragioni di geopolitica), per il caso Ias andrebbe scandito più esplicitamente il percorso rivendicativo e andrebbe indicata quella che un tempo si chiamava la controparte.

Se poi si sta lavorando per una soluzione romana anche per l’Ias, non resta che confidare nella sua efficacia.

Nella mia vita politica sono stato sempre e comunque dalla parte dei sindacati unitari e lo sono anche in questa circostanza, ma se devo essere franco da tempo non vedo risolutezza nel modo di affrontare la questione bollente del depuratore Ias.

Come non l’ho vista nei parlamentari ragionali e nei sindaci dai quali non è venuto un grido di allarme, un’iniziativa di mobilitazione.

Eppure le assunzioni all’Ias e le nomine nel Consiglio di amministrazione non le ha fatte la fata Morgana”.

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