La soluzione che lega Isab al depuratore Ias per assicurarne la cointinuità produttiva, secondo il senatore siracusano è “Complicata, parziale e rischiosa”
“Complicata, parziale e rischiosa”: così il senatore siracusano Antonio Nicita definisce la soluzione interna al Dpcm che definisce l’impianto Isab di “interesse strategico nazionale”, riconoscendo come beni strumentali allo stabilimento l’Ias di Priolo.
“Complicata – spiega Nicita – perché per intervenire sul sequestro dell’Ias, il Governo fornisce nel giro di poche settimane una nuova qualificazione dell’Isab: non solo “impianto e infrastruttura di rilevanza strategica per l’interesse nazionale nel settore della raffinazione di idrocarburi” come nel Decreto ‘Lukoil’, ma adesso ‘impianto di interesse strategico nazionale’ nel solco della legislazione che da circa dieci anni interessa l’Ilva di Taranto.
Non si tratta solo di una confusione normativa – prosegue – ma si lega ora l’impianto Isab e quelli funzionali a una normativa complicata, come quella che riguarda Ilva, tutt’altro che stabile in quanto esposta a un percorso assai poco certo, se pensiamo che proprio la passata legislazione Ilva è finita anche davanti alla Corte costituzionale per il possibile conflitto tra legislazione e azione della magistratura.
Sarebbe stato assai più semplice e chiaro, nonché rispettoso dell’autonomia dell’Autorità giudiziaria – sostiene il senatore – seguire la strada dell’emendamento a suo tempo proposto dal Pd in Senato e di nuovo depositato stavolta come modifica all’art. 6 proprio del Decreto ‘Ilva’
Questo si riferiva specificamente al sequestro di impianti di depurazione nel settore degli idrocarburi, fuori da una normativa più generale e assai più esposta a querelle giuridiche e giudiziarie.
È sufficiente ricordare – evidenzia Nicita – che in caso di rifiuto al dissequestro da parte del magistrato il Governo può impugnare trasformando in lunga litigation giudiziaria un eventuale conflitto con l’Autorità giudiziaria, con ulteriore incertezza per imprese e lavoratori.
Al contrario, nell’emendamento Pd si propone una piena autonomia tra azione del Governo e azione della magistratura, e un loro coordinamento, e dunque una più forte attenzione ai temi ambientali.
Ancora, nell’emendamento, il Commissario nominato dal Governo e i commissari nominati dall’Autorità giudiziaria esplicitamente possono imporre, in ricezione dell’impianto a valle, prescrizioni che indirettamente riguardano nuovi impianti a monte di pre-trattamento di terzi, affrontando così il tema delle emissioni.
L’impianto Ias è funzionale a Isab – spiega il senatore – ma i problemi ambientali sul pre-trattamento riguardano anche imprese terze che possono realizzare i propri impianti, in teoria anche andando oltre Ias.
Vedremo i successivi atti del Governo, ma intanto – conclude -discuteremo già la prossima settimana le modifiche che abbiamo proposto in un quadro di semplificazione, certezza giuridica, autonomia dell’azione della magistratura e tutela dell’ambiente e dell’occupazione”
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