Il senatore chiede al ministro inziative per assicurare una fruizione sostenibile del teatro e interventi sul fronte della manutenzione di concerto con la Regione
La polemica sull’utilizzo del Teatro greco di Siracusa per concerti pop arriva sul tavolo del ministro della Cultura Sangiuliano.
E’ il senatore siracusano del Pd, Antonio Nicita a presentare un’interrogazione con la quale chiede al ministro “quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di assicurare che la fruizione del Teatro greco di Siracusa avvenga nel pieno rispetto delle esigenze di tutela e di conservazione del bene archeologico”.
Non solo, Nicita chiede al ministro “quali iniziative intenda adottare, anche nell’interlocuzione con la Regione Siciliana e gli organi competenti, per assicurare la conservazione e il restauro del Teatro greco mediante il finanziamento e la realizzazione di opportuni interventi per la salvaguardia dell’integrità del teatro”.
L’interrogazione del senatore siracusano prende le mosse dagli articoli di stampa sulla preoccupazione espressa da molti esperti sulle condizioni di conservazione del Teatro greco di Siracusa e sulle modalità della sua fruizione per lo svolgimento di eventi musicali.
Vengono citate anche le dichiarazioni del professore Lorenzo Lazzarini dell’Università di Venezia, secondi il quale “il Teatro Greco è alveolato e sono a rischio di distacco pezzi consistenti, soprattutto gli spigoli aggettanti se sottoposti al peso di persone e materiali”.
Così come viene ricordato l’appello del “Comitato per la difesa del Temenite” per “garantire più efficaci misure di prevenzione e tutela del bene archeologico, specie con riferimento alla valutazione della compatibilità tra gli eventi musicali programmati e la conservazione del bene”.
“Occorrono indagini tecniche e le manutenzioni necessarie per arrestare il degrado della pietra -scrive Nicita -evitando nel frattempo un uso “scriteriato” del monumento ma assicurando la fruizione sostenibile del teatro”.
Il senatore richiama il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, codice dei beni culturali, che disciplina la valorizzazione dei beni culturali ponendo al vertice le esigenze della loro conservazione e tutela con l’articolo 20, comma 1, che dispone che “i beni culturali non possono essere distrutti, deteriorati, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione”.
“A ciò – fa rilevare Nicita – si aggiunge la Carta di Siracusa per la conservazione, fruizione e gestione delle architetture teatrali antiche, definita nel 2005 per iniziativa dell’Assessorato regionale per i beni culturali.
Questa orienta la valorizzazione dei beni culturali anche attraverso l’organizzazione di rappresentazioni teatrali ed eventi musicali ai due fondamentali criteri della fruizione sostenibile e della invasività minima.
Il Teatro greco – insiste il senatore – è patrimonio Unesco, è un bene patrimonio dell’umanità e l’uso non conforme ai dettami della Carta di Siracusa del 2005 e al codice dei beni culturali rappresenta un grave vulnus per lo Stato e non soltanto per la Regione Siciliana.
Il danneggiamento del bene archeologico – conclude – costituisce reato e, considerati i costi per la collettività di un restauro a seguito dell’uso improprio e sconsiderato del teatro, si potrebbe configurare l’ipotesi del danno erariale”.
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