Associazioni e comitati intravvedono illegittimità per la tutela ambientale e la fruibilità pubblica
“Revocare in autotutela la delibera di adozione preliminare del Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo (Pudm) per gravi profili di illegittimità”.
A chiederlo al Consiglio comunale di Augusta sono le associazioni e i comitati riuniti nel coordinamento Salvare Augusta (Legambiente Augusta, Natura Sicula Onlus, Punta Izzo Possibile, Piano Terra APS, Decontaminazione Sicilia e Comitato Stop Veleni)
Le revoca servirebbe,secondo le associazioni e comitati, a scongiurare il pregiudizio arrecabile alla tutela ambientale e alla fruibilità pubblica.
“Nella seduta del 30 marzo scorso – si legge nella nota – il Consiglio comunale ha deliberato l’adozione
preliminare del Pudm, al termine di un iter amministrativo in cui è mancato non solo il necessario esame da parte delle commissioni consiliari ma soprattutto il confronto con i cittadini e le associazioni.
Il risultato – continua la nota di Salviamo Augusta – è un Piano che, in aperto contrasto con la normativa di settore, rischia di aggravare il processo di privatizzazione delle costemegaresi che è già in atto, riducendo ulteriormente gli spazi dedicati alla libera fruizione e minacciando la conservazione di beni costieri di straordinaria valenza ambientale, paesaggistica e
storico-culturale”.
Nel Piano alla libera fruizione sarebbe destinata genericamente una quota del 50% del litorale, ma senza stabilire alcuna zonizzazione di dettaglio e senza scorporare le parti dichiarate inaccessibili perché soggette a dissesto idrogeologico.
“Su 4,7 km almeno sulla carta accessibili – viene contestato dalle associazioni – solo 1 km sarà lasciato alla fruizione pubblica, ossia appena il 21 % a fronte di un minimo legale del 50 %”.
Vengono poi segnalati numerosi profili d’incompatibilità rispetto al regime vincolistico stabilito dal piano paesaggistico e dalle altre fonti normative regionali e comunitarie a protezione dell’ambiente.
“È poi grave – si legge ancora nella nota – che il Pudm non contempli lo strumento della possibile revoca e del diniego di rinnovo della concessione per quelle zone che si volessero meglio tutelare o destinare ad altri scopi
E’ altrettanto grave – viene evidenziato – che non sia previsto il ricorso alla sdemanializzazione/smilitarizzazione di aree attualmente inaccessibili poiché in mano al demanio della Marina militare ma che non hanno alcuna reale
funzione di difesa come Punta Izzo e Punta Carcarella”.
In ultimo indice puntato su un emendamento last minute presentato dal dirigente dell’ufficio urbanistica, scondo il quale anche le domande in itinere di concessione demaniale presenti sul portale della Regione “fanno parte
integrante del Pudm del Comune di Augusta e lo conformano alle destinazioni d’uso”.
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