Il sindacato reclama controlli da parte del sistema di vigilanza (Inl, Asp, Inail), in termini di qualità, quantità e frequenza
Stato di agitazione dei lavoratori metalmeccanici indetto da Fiom, Fim e Uilm al termine dell’assemblea dei lavoratori, che si è tenuta alla portineria Sud Eni Versalis, su sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.
Chiesta la sottoscrizione di un protocollo di intesa su appalti e sicurezza per ripristinare condizioni di lavoro adeguate e dignitose e per farlo viene chiesto a tutto l’indotto di condividere questa battaglia.
Per Fim, Fiom e Uilm “occorre iniziare a intervenire su quelle aziende, Eni Priolo in testa, che hanno costruito un modello produttivo tutto incentrato sull’abbattimento dei costi a partire da quello del lavoro”.
In particolare il sindacato unitario denuncia come Eni “assegna alle aziende dell’indotto aree inadeguate, con vincoli ambientali, prive di corrente elettrica, acqua corrente e senza scarichi fognari.
Aree che non assicurano le giuste condizioni di sicurezza e vivibilità ergonomiche neanche quando, come in questo periodo, bisognerebbe dotarsi di un sistema di prevenzione sui rischi determinati delle ondate di calore, come previsto nel Testo Unico sulla Sicurezza”.
Fim, Fiom e Uilm reclamano controlli da parte del sistema di vigilanza (Inl, Asp, Inail), in termini di qualità, quantità e frequenza, e la realizzazione di un coordinamento tra questi istituti e le parti sociali con azione di monitoraggio, formazione e prevenzione.
“La legalità è condizione fondamentale per la salvaguardia della sicurezza e della vita dei lavoratori – conclude il sindacato – le leggi ci sono, ma troppo spesso non sono applicate, né rispettate da chi ha il dovere di salvaguardare la salute e la sicurezza e cioè il datore di lavoro e in solido la committente”.
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