Indice puntato contro le aziende di fuori provincia che non rispetterebbero le norme
“E’ inaccettabile che mentre il polo industriale è invaso da aziende “pirata” che non rispettano le regole, Confindustria e alcuni sindacati firmano un protocollo di sicurezza che non rappresenta tutte le imprese, non coinvolge gli enti preposti ai controlli e, cosa più assurda, invita i lavoratori a rispettare le norme quando le prime a non garantirne la sicurezza sono le aziende”.
L’atto d’accusa arriva dal segretario generale della Fismic-Confsal Siracusa, Marco Faranda che critica aspramente il protocollo di sicurezza firmato tra le aziende metalmeccaniche di Confindustria e i sindacati.
“Questo è un protocollo – dichiara – che doveva essere siglato in una sede istituzionale; si parla di un comitato permanente di sorveglianza ma chi ne fa parte? Il sindacato e le imprese da sole possono fare un comitato di sorveglianza? Perché non sono stati coinvolti l’Ispettorato del Lavoro e lo Spresal?”.
Faranda interviene anche sui contenuti del protocollo. “Confindustria e i sindacati parlano di un protocollo che contiene indicazioni chiare quando non si fa altro che ribadire cose già scritte nel Testo unico 81/2008.
Il problema – insiste – non è il richiamo delle norme, che sono già esistenti, ma farle applicare alle imprese.
Trovo incomprensibile poi – dice ancora – che si parli del rispetto delle regole da parte dei lavoratori quando nel polo petrolchimico la stragrande maggioranza di queste aziende “pirata” non rispetta al 100% le norme”.
Faranda invoca allora un intervento della Prefettura per far ripartire il tavolo provinciale del lavoro “considerando che a distanza di nove mesi dal primo incontro, non è stato fatto nulla e non sono stati organizzati altri confronti per parlare concretamente di quali azioni avviare nel polo industriale.
Il mancato rispetto delle norme – spiega – riguarda certamente gli organi preposti al controllo ma è anche una responsabilità delle committenti che dovrebbero effettuare i controlli prima di assegnare gli appalti”.
Altro problema sollevato da Faranda è la mancata aplicazione dell’integrativo provinciale da parte delle aziende che arrivano da fuori che sempre secondo Faranda non aplicherebbero al 100 per cento quanto previsto dai contratti nazionali.
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