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Magnisi, la “torre degli inglesi”

di Marco Monterosso
Magnisi

Seppur la necessità di dotare la penisola di Magnisi di una struttura difensiva risalga almeno al XVI secolo, (C. Camilliani, Descrittione delle marine di tutto il regno di Sicilia, 1584) la torre oggi presente in quei luoghi fu costruita solo agli inizi dell’Ottocento.

Per inquadrare il contesto storico che portò alla costruzione della torre di Magnisi bisogna risalire brevemente ad alcuni fatti salienti che riguardano l’ambiguo e subalterno ruolo svolto dal regno delle Due Sicilie durante le guerre napoleoniche.

Se nel 1796, il governo napoletano aveva infatti stipulato un trattato che garantiva la sua neutralità, il cambio di fronte su posizioni filo inglesi che maturò nel corso del 1798, determinò l’invasione di Napoli da parte delle truppe francesi e la precipitosa fuga del re e del suo governo a Palermo, sotto la protezione degli inglesi.

Nel 1806, fallito il tentativo di riprendere Napoli, messo in atto da una flotta anglo-russa partita da Siracusa, Bonaparte dichiarò la decadenza della dinastia napoletana avviando anche la pianificazione di una spedizione per invadere la Sicilia dove, ancora una volta, era stato costretto a far ritorno Ferdinando di Borbone.

Al fine di contrastare i piani francesi ma anche per garantirsi un importante base logistica nel Mediterraneo, tra il 1806 e il 1815, durante il cosiddetto “decennio inglese”, l’isola divenne di fatto un protettorato britannico.

Perno strategico della presenza inglese sull’isola divennero le città di Messina e Siracusa con quest’ultima che, ospitando il comando della flotta del Mediterraneo, passò di fatto sotto il diretto controllo inglese.

(J.A. von Helfert, Maria Carolina e i suoi tempi, 1878). Durante il decennio inglese, oltre all’invio della flotta e di un contingente militare forte di circa 20.000 uomini, gli inglesi, specie dopo il tentativo di Gioacchino Murat, nel settembre 1810, di sbarcare in Sicilia, edificarono anche diverse strutture difensive.

Infatti, seppur fallito, il tentativo di Murat allarmò molto gli inglesi che, come misura precauzionale, aumentarono gli uomini a Siracusa ed Augusta convinti che il successivo assalto di Murat sarebbe stato rivolto contro una di queste città.

È probabile che la torre di Magnisi, utilizzando il modello della cosiddetta “torre a martello”, fu realizzata proprio in quel frangente.

In realtà gli inglesi, piuttosto che inventare tale struttura, dopo averne constatato l’imprendibilità nel corso di uno scontro nel 1794, si ispirarono alla torre della Mortella in Corsica, di cui finirono per storpiare il nome.

Anche la torre che fu costruita a Magnisi, aveva forma tronco-conica, per deviare i colpi inferti dai cannoni, un diametro esterno di 13 m. e mura spesse 2,50 m.

L’accesso alla torre era garantito da una singola entrata posta a circa cinque metri dal terreno e raggiungibile tramite una passarella removibile. Il locale inferiore, cieco, risultava diviso in tre ambienti di cui il più grande risulta occupato da una grande colonna, che serviva a scaricare la forza d’urto delle cannonate, e da un serbatoio d’acqua.

Gli altri due ambienti, più piccoli, erano probabilmente utilizzati come deposito di munizioni e viveri. Il piano superiore era invece destinato all’alloggio dei soldati e da questo, tramite una scala interna, anch’essa amovibile, era possibile accedere al terrazzo, su cui era posizionato un pesante cannone, in grado di sparare a 360 gradi

Magnisi, la “torre degli inglesi”

Dopo le guerre napoleoniche il progredire degli armamenti rese obsolete anche le torri a martello, non essendo più in grado di resistere ai nuovi cannoni, a retrocarica e canna rigata, cosicché furono progressivamente dismesse.

Dal verbale di consegna, della torre Magnisi al Demanio, nel 1866 si legge “… presentasi in ottimo stato di conservazione tanto che un paesano cavapietre, ne ha fatto la di lui abitazione” (Catalogo generale dei BB.CC. scheda 00261122) Durante il secondo conflitto mondiale la torre fu invece utilizzata dalla Marina Militare subendo numerosi rifacimenti evidenti soprattutto nella realizzazione di un osservatorio, nel lato nord del muro di coronamento, nell‘ampliamento delle aperture e probabilmente anche nel terrapieno che consente oramai agevolmente di raggiungere il varco d’ingresso.

Magnisi, la “torre degli inglesi”

Foto tratte da: https://dati.cultura.gov.it/di Marco Monterosso

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