“La soluzione non è la chiusura – insiste il parlamentare di FdI – – piuttosto il potenziamento della sanità nel territorio
La vicenda della mobilità dei medici tra gli ospedali di Avola e Siracusa al centro di un confronto politico severo.
Il deputato nazionale di Fratelli d’Italia, Luca Cannata, risponde alle accuse del pediatra ed ex senatore Antonio Rotondo e del senatore del Partito democratico Antonio Nicita riguardante la sospensione e riattivazione del Punto Nascita dell’ospedale unico Avola-Noto al “Di Maria”.
“I problemi attuali – stigmatizza il parlamentare FdI – derivano da una politica sanitaria inadeguata nel passato, in cui Rotondo, come senatore, avrebbe potuto influire,così come il Partito democratico che oggi è rappresentato dal senatore Nicita.
La carenza di risorse umane – prosegue – è il risultato di una mancata programmazione, compresa la questione del numero chiuso per la facoltà di Medicina, cui ora il nostro Governo sta cercando di porre rimedio, ma è chiaro che per formare medici ci vorrà il tempo ed ecco perché Rotondo e Nicita farebbero bene a fare mea culpa sulla loro mancata visione dimostrata negli anni”.
Il deputato respinge le accuse fornendo i dati: “Al Punto nascita dell’ospedale unico Avola-Noto sono stati registrati 380 parti in meno in un anno, nonostante siano presenti solo quattro posti letto anziché i 14 previsti.
La soluzione non è la chiusura – insiste – piuttosto il potenziamento della sanità nel territorio. Il vero problema è la minore disponibilità di personale, anche dovuta a quattro donne medico in maternità.
L’Asp ha già predisposto un bando per il rientro dei medici in pensione, con uno specifico per i pediatri. Il dottore Rotondo potrebbe mettersi a disposizione e contribuire a risolvere il problema invece di fare sterili polemiche”.
Al senatore Nicita, che parla di rispetto dei criteri nell’ambito della rete ospedaliera, Cannata ricorda che la sanità già con il decreto legislativo 502/92 era stata concepita in rete e tutto il funzionamento si basa su tale concetto per aumentare la sicurezza di cittadini e operatori.
“Le norme prevedono – precisa il deputato – ospedali diversi gestiti da un unico ente (l’Asp) e sempre per legge si prevede che in caso di necessità il personale possa essere mobilitato temporaneamente tra le strutture della stessa provincia in caso di necessità.
Quindi, se un ospedale si trova in organico il 100% dei medici pediatri, è immaginabile chiedere che turni – a 80 euro l’ora oltre lo stipendio – possano essere coperti all’ospedale di Avola (e viceversa) a 720 euro a notte invece di chiudere un punto che nella sua piena operatività ha 500 parti l’anno.
Chiudendo quel reparto- conclude – non solo crea un disagio per gli utenti della zona sud della provincia, ma anche un sovraffollamento all’Umberto I o potrebbe determinare la scelta di andare all’ospedale di Modica (quindi fuori provincia) con un grosso danno erariale dovuto a mobilità passiva per l’Asp di Siracusa.”
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