“E’ stata dura essere accusato di tali delitti – ha aggiunto l’imprenditore – ma ho sempre creduto che ce l’avrei fatta a far
emergere la verità”
Sentenza di non luogo a procedere per l’imprenditore della sicurezza privata Michele Donato e per il suo consulente Giuseppe Barbera perché i fatti inizialmente ipotizzati non sussistono.
Questa la sentenza del gip del tribunale di Siracusa Federica Piccione.
A dicembre 2022 i due furono coinvolti nel’operazione della Guardia di Finanza che portà all’arresto del direttore dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Siracusa, Michelangelo Trebastoni, 60 anni, accusato di corruzione, concussione e rivelazione di segreto d’ufficio.
All’imprenditore fu notificato il divieto di esercitare uffici direttivi presso persone giuridiche e imprese e al suo consulente il divieto di esercitare la professione.
La ricostruzione dal collegio difensivo, composto dagli avvocati Pietro Nicola Granata, Attilio Floresta e Verano Malvasi, e il compendio probatorio hanno convinto sia i pubblici ministeri che il giudice dell’udienza preliminare.
Per Trebastoni è stato decisio il rinvio a giudizio per il reato di concussione.
“Ho sempre creduto nella giustizia dal primo momento – ha dichiarato Michele Donato – ed invito tutti a farlo.
Certo è stata dura essere accusato di tali delitti – ha aggiunto – ma ho sempre creduto che ce l’avrei fatta a far
emergere la verità.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto, i miei familiari, i miei più cari amici, i miei dipendenti ed in particolare i miei avvocati.
Un plauso inoltre ai pubblici ministeri che – ha concluso – con onestà intellettuale hanno cambiato idea nei miei confronti attesa l’evidenza di quanto da me sostenuto e provato”.
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