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Traversa San Tommaso Belfronte: rifiuti abbandonati per 2 km. “Rimuoveteli o autorizzatemi a farlo a mie spese”

rifiuti

L’imprenditore Salvatore Moschella ha inviato una Pec agli enti competenti ancora senza risposta: “Sono pronto a ricorrere alla giustizia”

Montagne di rifiuti di ogni genere abbandonati sistematicamente sulla strada Traversa San Tommaso-Belfronte a cui non si riesce a porre rimedio.

Di questa situazione ci siano già occupati e torniamo a raccogliere l’appello di un imprenditore, Salvatore Moschella, che in quella zona ha un’attività ricettiva ed anche un’azienda agricola.

“Percorrendo la strada – racconta in una Pec inviata a tutti gli enti e organi che hanno competenza in materia – ci si scontra con una lunga scia di rifiuti ingomabranti (sanitari, materassi, mobili, plastica , detriti da lavori) abbandonati da incivili che va dal numero 2 al 10 di Traversa San Tommaso.

Tali rifiuti – spiega – rappresentano problemi seri sia di sicurezza stradale che di igiene , oltreché di decoro.

Proprio l’1 e il 2 agosto nella stessa area ci sono stati due vasti incendi con intervento fino a tarda serata sia di Vigili del Fuoco che di Elicotteri.

Mani sconsiderate appiccano incendi proprio ai rifiuti abbandonati provocandone, poi, il propagarsi in tutta l’area dove , purtroppo, insistono terreni privati incolti”.

Da qui la richiesta di un intervento delle Istituzioni competenti affinché i rifiuti vengano  rimossi e la strada messa in sicurezza.

In subordine Moschella chiede l’autorizzazione a provedere a proprie spese al servizio di rimozione e conferimento dei rifiuti.

La richiesta è stata inoltrata il 27 luglio, ma ad ogni non ha ancora ricevuto risposta.

“Se non si interviene in tempi brevissimi ( il rischio incendi è molto alto in questo periodo e la stagione turistica è in pieno svolgimento) – anticipa l’imprenditore – mi vedrò costretto a rivolgermi alla Giustizia Ordinaria per denunciare le Istituzioni competenti per il mancato intervento  a tutela dei diritti e della sicurezza dei cittadini.

La mia , più che una protesta (in questo caso legittima) – conclude Moschella – è un grido di dolore per lo scempio che la mia città continua a subire senza dimenticare che il turismo è parte importante del Pil di Siracusa”.

 

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