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rappresentazioni classiche

Al Teatro Greco la prima di “Miles Gloriosus”: risate e applausi a scena aperta

teatro greco

Lunga standing ovation per la commedia di Plauto, con la regia firmata da Leo Muscato

Divertente dall’inizio alla fine: questa è stata la versione di “Miles gloriosus”, la commedia di Plauto nella versione andata in scena ieri sera al Teatro Greco di Siracusa per la 59. Stagione delle rappresentazioni classiche dell’Inda.

Il regista Leo Muscato ha portato in scena un esercito di donne con in testa una straordinaria Paola Minaccioni che ha coinvolto il pubblico in una partecipazione attiva.

Ma insieme alla Minaccioni, sono state brave tutte: Alice Spisa (Artotrògo), Giulia Fiume (Palestriòne), Pilar PerezAspa (Periplectòmeno), Francesca Mària (Scèledro), Gloria Carovana (Filocomàsia), Arianna Primavera (Plèusicle),Ilaria Ballantini (Lurciòne), Deniz Ozdogan (Acrotelèuzia), Anna Charlotte Barbera (Milfidìppa), ValentinaSpaletta Tavella (Schiavetto).

Lo spettacolo è ambientato in un accampamento che sembra più un campo scout colorato e chiassoso.

A comandare Pirgopolinice, soldato vanaglorioso, depravato e spaccone, che dice a tutti di essere nipote di Marte e di Venere.

Il gruppo di soldati è costretto a prepararsi e a tenersi pronto per una guerra che in realtà non arriva mai.

Pirgopolinice riesce a tenere sotto controllo il suo esercito solo dietro minaccia di punizioni: lui decide della vita e della morte di tutti, senza problemi.

Nessuno lo ama veramente, ma tutti lo riempiono di lodi e complimenti solo per tenerselo e buono e lui ci crede.

Solo uno schavetto, chiamato scimmia e che agisce da scimmia, gli è davvero vicino.

E alla fine Pirgopolinice, che si è sempre vantato della sua bellezza e del suo ascendente sulle donne, viene gabbato e finisce nella trappola tesa dalle donne e ordita da un soldato-schiavo (Palestrione) che esgli stesso aveva preso prigioniero ad Atene.

In mezzo, tutta una serie di battute e luoghi comuni misogini sulle donne ritenute capaci di “grande perfidia”, di grandi inganni e definite “brutte bestie”.

Palestrione “l’architetto” vuole liberare la concubina di Pirgopolinice per farla ricongiungere con il suo amato e per riuscire nel suo intento, convince Pirgopolinice che la moglie del suo vicino, Periplectomeno, si è innamorata di lui e si tormanta d’amore tanto da decidere di lasciare il marito.

Vanitoso come nessuno e pronto a saltare da un letto all’altro, Pirgopolinice si fa tentare e si convince a liberare la sua concubina.

Per farlo in amicizia le concede di portare con se tutto l’oro, i gioielli e le vesti che le aveva regalato.

La trappola è tesa e Pirgopolinice ci cade dentro con tutte le scarpe: sorpreso a letto con la moglie di Periplectomeno proprio da quest’ultimo, finisce per essere bastonato al centro dell’accampamento.

Non solo, per non perdere isuoi “gioielli” viene indotto a giurare di non pensare neanche a vendicarsi con nessuno per le botte ricevute, una volta liberato.

A Pirgopolinice “fregato” su tutta la linea non rimane che accettare senza replicare.

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