Pubblico in piedi a ballare sulle note della band guidata dall’inossidabile Bluey
Energia pura e divertimento: questo è stato il concerto degli Incognito che ieri sera ha aperto l’Ara World Fest all’Ara di Ierone, organizzato dal Parco Archeologico con la direzione artistica di Lello Analfino.
Dodici elementi on stage capitanati dall’inossidabile Jean-Paul “Bluey” Maunick, l’unico componente ad essere rimasto sempre attivo all’interno del gruppo.
Nella formazione anche tre italiani e tra loro un siciliano, Chicco Alota alle tastiere.
Il gruppo, tra i primi a proporre l’acid jazz con il primo album uscito nel 1989, ha offerto un repertorio di grandi successi che hanno spopolato negli anni ’90.
Una dozzina di brani che hanno mostrato la maestria di tutti i musicisti con virtuosismi e assolo molto apprezzati.
Il clou con l’esecuzione di “Don’t you worry ‘Bout a thing” che ha fatto abbandonare le sedie e ballare gli spettatori.
Sul finale del concerto le forze dell’ordine sono intervenute per riportare il pubblico seduto e l’episodio è stato stigmatizzato da Bluey che ha detto: “Noi suoniamo per far ballare”.
Quanto accaduto lo ha stressato oltremodo, come ha riferito, facendo accentuare il tremolio della mano sinistra a causa del Parkinson di cui soffre.
Alla fine il leader degli Incognito ha salutato con un messagio che invita a “prendersi cura gli uni degli altri, soprattutto degli anziani, a cui donare sempre un sorriso, e dei bambini”.
Sulle note di “One love” di Bob Marley l’abbraccio finale con Siracusa.
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