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Atti persecutori su Mirella Abela: il 31 gennaio udienza sulla perizia tecnica del Ctu

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Il Cconsulente ha definito l’indagato “incapace di intendere e volere, soggetto di media pericolosità  ed incapace di partecipare al processo”

Nuova udienza, venerdì 31 gennaio, in tribunale a Siracusa, nell’ambito del processo a carico di Marcus Pota, indagato per atti persecutori, calunnia e diffamazione.

L’accusa lo ritiene essere lo stalker che da circa 5 anni bersaglia Mirella Abela con continue molestie e minacce audio e video e che l’ha inserita in chat a sfondo sessuale, istigando gli altri a scagliarsi contro di lei.

Mirella è la madre di Valeria Pandolfo, compagna e convivente di Pota, nella cui abitazione, a Prata Sannita, è stata trovata morta, in circostanze poco chiare, il 17 maggio 2021.

Su questa tragedia Mirella Abela ha intrapreso ogni azione possibile per scoprire la verità.

Pota è stato denunciato per oltre 40 volte dalla donna, divenuta obiettivo di azioni devastanti e destabilizzanti.

Domani sarà l’ottavo appuntamento in aula dopo l’apertura del dibattimento del 25 marzo scorso.

Al centro dell’udienza la consulenza tecnica del Ctu del giudice, il dott. Giordano, nella quale, sostanzialmente, Pota viene definito “incapace di intendere e volere, soggetto  di media pericolosità  ed incapace di partecipare al processo“.

Su questa attività peritale, la consulente di Mirella Abela, la crimonologa Roberta Bruzzone,  ha depositato delle osservazioni sulla base delle quali, Gabriella Mazzone, l’avvocata di mamma Mirella, che segue questa complicata vicenda dall’inizio, solleciterà chiarimenti e spiegazioni al Ctu.

Sarà presente anche l’avvocato dell’associazione Rea, Antonella Giuffrida, che si è costituita anch’essa parte civile.

Si tratta di un nodo cruciale del procedimento per stabilire le reali responsabilità di Pota.

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