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Bilancio 2021 Polizia di Stato, emergenza sanitaria e gestione sbarchi i 2 fronti caldi

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Dati tutti in incremento quelli riguardanti l’attività ordinaria: oltre 500 arresti e 1.100 denunce

E’ tempo di bilanci per l’attività svolta nel 2021 dalla Polizia di Stato in tutta la provincia.

La gestione dell’emergenza sanitaria e quella incessanti degli sbarchi sono i due fronti su cui, oltre alle esigenze di sicurezza dei cittadini, è stato profuso il maggiore impegno.

Nel primo caso, quello dei controlli del rispetto delle norme anti covid, nel 2021 sono state controllate 360 attività commerciali, delle quali  9 chiuse con provvedimento questorile, ed elevate 81 sanzioni per un ammontare complessivo di circa 117.000 euro.

Sul fronte dell’emergenza del fenomeno migratorio, divenuto ormai quotidiano, di rifugiati provenienti dai Paesi del Nord Africa e dal Medio Oriente i numeri sono importanti: in totale si sono registrati 151 sbarchi con 17688 migranti.

“Non meno rilevante – si legge nel report della Questura – è l’attività, cosiddetta ordinaria, soprattutto in tema di micro e macro criminalità. I risultati conseguiti dall’1 gennaio al 29 dicembre 2021 rispetto all’anno precedente sono tutti in incremento: +8,15% gli arresti in flagranza, +4,25% le denunce, +10,82% per armi sequestrate solo per citarne alcuni”.

Sul fronte del contrasto allo spaccio degli stupefacenti si registra il sequestro di oltre 17 chili di hashish, marijuana e crack e di oltre 2 chili di cocaina.

Particolarmente impegnativa è stata per la Polizia l’attività in ambito familiare per violenza domestica/violenza di genere con 408 interventi, 114 denunce acquisite, 41 allontanamenti, 22 ammonimenti e 19 arresti.

Da non dimenticare l’attività questorile sull’emissione di misure di prevenzione personali e patrimoniali e quella del settore amministrativo legata al rilascio di passaporti, licenze, nulla osta e porto d’armi.

“Infine, la presenza di un’area industriale – Siracusa, Priolo, Augusta, Melilli – tra le più grandi ed importanti d’Italia – conclude il report – implica un impegno quotidiano non indifferente, costituito precipuamente da una capillare attività informativa, da una altrettanto capillare attività investigativa e, per ultimo, ma non in termini di importanza, da un impegno costante in servizi di Ordine Pubblico, volti a governare le molteplici forme di protesta generate dalla crisi occupazionale”

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