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Bufera nel Pd, Amenta chiarisce: “Nessuna prevaricazione. Solo proposte di confronto con tutto il campo progressista”

Bufera nel Pd, Amenta chiarisce: "Nessuna prevaricazione. Solo proposte di confronto con tutto il campo progressista"

“Ritornare al dialogo -insiste il presidente del Partito Democratico – per contrastare il centrodestra”

“Nessuna prevaricazione ma proposte di confronto cancellando ogni risentimento che potrebbe portare a consegnare la città di Siracusa  al centrodestra”.

Così il presidente del Pd, Paolo Amenta, precisa le sue dichiarazioni sulle prossime amministrative nel capoluogo aretuseo che hanno mandato in tilt gli organi del partito.

“Non ho detto – dichiara Amenta – che il Partito democratico sosterà Francesco Italia “sic e simpliciter”, ma piuttosto che ritengo più opportuno per il fronte progressista, alla luce dei recenti risultati elettorali delle Elezioni nazionali e regionali che hanno visto il centrodestra prevalere su tutti i fronti, che si riapra un confronto ed un dialogo costruttivo con tutte le parti di quello che oggi appare il diviso e frastagliato campo progressista, compreso il M5S.

Ritornare al dialogo – spiega ancora – per costruire ponti con quel mondo dal quale siamo partiti mi sembra una scelta lungimirante se non si vuole consegnare anche il Comune capoluogo ad un centrodestra che si rafforza e si prepara a mettere in campo tutte le proprie truppe pesanti.

D’altra parte – prosegue – ricordo a me stesso e a quanti l’avessero dimenticato, che il Pd ha sostenuto e contribuito all’elezione di Italia e che anche oggi, seppur “divisi”, parti del Pd sono all’interno e nell’entourage della giunta Italia.

Costruire, confrontandosi con le altre anime del campo progressista – chiarisce ulteriormente – ad iniziare dal Terzo Polo, anziché demolire, non può essere oggetto di sterili polemiche – conclude – se si vuole guardare al futuro, portando, naturalmente, come dote progetti e proposte di crescita di Siracusa e di tutto il territorio siracusano in un momento di grande difficoltà economica e sociale”.

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