Caro energia, a rischio la produzione del pane artigianale. Imprese di panificazione: “Possiamo sopravvivere per altri 60 giorni”

A serio rischio la tenuta delle imprese della panificazione a causa dell’aumento esponenziale delle utenze del gas e
dell’energia elettrica.

“Già nei mesi scorsi abbiamo denunciato le difficoltà che il nostro settore sta vivendo – dichiara Paolo Micieli, presidente provinciale e consigliere nazionale Assipan-Confcommercio – oggi i rincari di gas ed energia elettrica sono diventati l’incubo di milioni di lavoratori”.

Da qui la richiesta al Governo di attivare un adeguato e tempestivo credito d’imposta che compensi l’incremento del costo energetico, nonché un tetto massimo a questi costi, già applicato con successo in altri paesi europei come
la Spagna e il Portogallo.

I costi riconducibili alle materie prime energetiche (bollette della luce, bollette del gas, ecc.) si sono quadruplicate per gli operatori del settore della panificazione.

“Abbiamo non più di sessanta giorni davanti – afferma il Presidente Nazionale Assipan Confcommercio Antonio Tassone – il rischio è che tra un paio di mesi il pane artigianale possa sparire dalle tavole degli italiani.

Le piccole e medie imprese di questo passo scompariranno con la perdita di circa 5.300 posti di lavoro, lasciando spazio ai grandi operatori industriali”.

Assipan Confcommercio pertanto ritiene indispensabile l’immediato inserimento delle imprese della panificazione fra quelle energivore, e chiede di procedere alla revisione della fissazione dei prezzi del gas sul mercato TTF, valutando la possibilità di praticare prezzi del gas legati ai contratti di fornitura.

In ultimo richiesta anche l’attivazione della moratoria sui finanziamenti in essere per un periodo di almeno 12 mesi, così come avvenuto in piena emergenza pandemica.