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Caso Ias: il Riesame conferma lo stop. Reazione vibrata del ministro Urso e azione comune con la Regione

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Annunciata informativa al Consiglio dei ministri e convocazione di un tavolo con tutte le forze produttive e sindacali del territorio

Confermato, dal Tribunale del Riesame di Roma, il divieto di prosecuzione dell’attività di conferimento al depuratore di Priolo dell’Ias da parte delle industrie locali, disposto dal gip di Siracusa.

Una decisione che ha causato la reazione vibrata del ministro  delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

“Si rischia di vanificare l’azione di governo a tutela dell’interesse generale – dice il ministro –  e tavolta ad essere colpito è proprio il diritto al lavoro di migliaia di persone in una zona strategica della Sicilia.

Ho informato subito il presidente della Regione Sicilia con il quale abbiamo condiviso un’azione comune- aggiunge – questa mattina farò una informativa in merito al Consiglio dei ministri e subito dopo convocherò un tavolo con tutte le forze produttive e sindacali del territorio e gli enti locali

Inoltre chiederò agli organi competenti aggiornamenti sui dati emissivi del depuratore, cosicché se, come ritengo, la situazione ambientale sta progressivamente migliorando, si possa proporre – conclude – nelle forme e nei modi opportuni un nuovo pronunciamento del gip”.

Azionme condivisa dal presidente della Regione, Schifani: “La decisione del Tribunale del Riesame di Roma rischia di compromettere la stabilità economica e sociale di un’area strategica per la nostra regione, mettendo in pericolo migliaia di posti di lavoro e il futuro industriale del Siracusano.

Questa crisi – conclude  Schifani – non può essere affrontata con estreme rigidità procedurali che ignorano il merito della questione”.

Al presidente  si associa l’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Giusi Savarino: “Mi rammarica profondamente la decisione del Tribunale del Riesame di Roma che interrompe bruscamente un percorso virtuoso concordato con il governo Meloni, che stava portando risultati positivi.
Non si comprende perché, concentrandosi su questioni di competenza e non affrontando il merito – prosegue – i giudici abbiano bloccato la prosecuzione delle attività dell’impianto.
Avrebbero potuto, nell’ordinanza che sospende il giudizio, sospendere anche gli atti, ma invece assistiamo a una decisione che getta nel panico centinaia di famiglie e ignora i progressi fatti finora.
Devo dire – conclude l’assessore – che mi sfugge completamente l’iter giuridico che ha portato a questa pronuncia, non vorrei che alla base ci fosse una motivazione politica, piuttosto che una necessità processuale”.

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