L’ultimo intervento vengono messi insieme gli ultimi passaggi e le dichiarazione dell’assessore regionale Scarpinato e del direttore del Parco, Mamo
Torna all’attacco il comitato per la tutela del Teatro greco, formato da Beatrice Basile, Marina De Michele, Alessandra Trigilia, Salvo baio, Mario Blancato,Antonino Di Guardo, Roberto Fai, Paolo Magnano, sulla questione dei concerti al Teatro greco.
Mette insieme gli ultimi passaggi e dichiarazioni e chiede l’immediata sospensione della prevendita dei biglietti dei 14 spettacoli in attesa della verifica delle condizioni del monumento.
“Messe insieme, le dichiarazioni del direttore del Parco Archeologico, Antonello Mamo, e dell’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Scarpinato, sugli spettacoli musicali al Teatro Greco danno uno spaccato del teatro dell’assurdo di Ionesco.
Su La Repubblica del 26 febbraio scorso l’assessore Scarpinato ha dichiarato: “È attualmente in corso una campagna di indagini finanziata dal Parco archeologico ed entro questa settimana avremo i dati sullo stato dell’arte del teatro. Solo così potremo parlare con concretezza”.
Sei giorni prima sul Fatto Quotidiano il direttore Mamo aveva invece detto: “Abbiamo ottenuto che venisse fatta una campagna di indagini avanzata, ma non sono esami che si fanno in due giorni. Mi auguro che il prossimo anno avremo degli strumenti scientifici per decidere”.
A sentire l’assessore Scarpinato sembrerebbe che la decisione di confermare o meno lo svolgimento degli spettacoli sia subordinata all’esito delle indagini sulla fragilità del teatro: “Abbiamo ridotto il numero degli spettacoli rispetto allo scorso anno proprio in attesa dei risultati”.
La realtà è però ben diversa da come la descrive il rappresentante del governo regionale già a partire dal dato incontrovertibile del numero degli spettacoli passati dai 6 dello scorso anno addirittura a 14. Dove sia la riduzione resta un mistero doloroso.
Inoltre la tanto enfatizzata campagna di indagini è consistita al momento nell’utilizzo di un laser scanner che costituisce solo il primo passo di uno studio le cui fasi sono state magistralmente indicate dal professore Lorenzo Lazzarini: “Se si vuol fare una campagna di indagini seria si comincia con un rilievo del teatro con un laser scanner di alta precisione, poi occorre una mappatura dettagliata della morfologia di deterioramento della pietra e delle sue condizioni, quindi indagini di laboratorio per capire non solo quali siano i meccanismi attivi che degradano la pietra, ma anche quali materiali siano più opportuni per i necessari interventi e il tipo di consolidamento da impiegare”.
Ma l’assessore Scarpinato non sembra aver la pazienza neanche per aspettare gli esiti di questo primo screening che, seppure parziale, potrebbe offrire qualche spunto di riflessione, né appare per nulla intenzionato a fermare la vendita dei biglietti già iniziata prima ancora di acquisire tutti i permessi necessari, né si cura dell’effettiva compatibilità degli spettacoli con il carattere storico/artistico del Teatro Greco.
Eppure il Codice dei Beni Culturali all’art.20 recita: “I beni culturali non possono essere distrutti, deteriorati, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione”. Il loro deterioramento è punito con la reclusione.
Ma con pervicacia, come scrive La Sicilia del primo marzo scorso, Scarpinato fa filtrare dall’Ufficio di Gabinetto che “quanto già autorizzato lo scorso 3 gennaio dalla commissione di valutazione, ossia i 14 concerti di musica pop, sarà confermato al 99 per cento”.
A nostro avviso se l’assessore deciderà di confermare gli spettacoli a prescindere dall’esito degli accertamenti in corso, si assumerà una grave responsabilità della quale potrebbe essere chiamato a rispondere.
Restano da chiarire due punti. Il primo: perché, pur sapendo che tali complessi accertamenti richiedono tempi lunghi, non siano iniziati per tempo?
Secondo punto: poiché anni addietro un’indagine con il laser scanner è già stata fatta dalla stessa ditta oggi incaricata, perché non chiedere di accelerare la comparazione dei due studi per verificare, pur se in parte, i processi di eventuale degrado del teatro?
Nel ribadire che il Teatro Greco, come d’altra parte tutta l’area della Neapolis, non è un qualsiasi spazio urbano che possa essere gestito alla luce di esigenze (privatistiche ed elettoralistiche) che nulla hanno a che fare con il rispetto e la salvaguardia di un bene storico/culturale, che non può essere sacrificato sull’altare del business più arrogante, si chiede l’immediata sospensione della prevendita dei biglietti dei 14 spettacoli, tra l’altro non ancora autorizzati dagli enti preposti alla tutela del manufatto, in attesa di una seria verifica delle reali condizioni strutturali del monumento patrimonio Unesco”.
© E' VIETATA LA RIPRODUZIONE - TUTTI I DIRITTI RISERVATI