L’attività investigativa è stata svolta in Sicilia, Puglia e Lazio
Istigazione alla corruzione nell’ambito della procedura di esproprio per pubblica utilità di terreni adiacenti alla base militare di Sigonella: questa l’ipotesi di reato contestata a funzionari pubblici raggiunti da misure cautelari eseguite dai finanzieri di Catania.
L’attività investigativa è stata svolta in Sicilia, Puglia e Lazio.
Le indagini hanno preso spunto dalla denuncia di un collaboratore di una delle società proprietarie dei terreni facenti parte dell’area oggetto di esproprio.
“Le successive investigazioni, anche di natura tecnica – si legge nella nota delle Fiamme gialle – hanno consentito di riscontrare che i due pubblici ufficiali, deputati a seguire l’iter amministrativo di tutta la procedura di esproprio di una vasta area (circa 100 ettari) confinante con la base aerea di Sigonella, hanno sollecitato il proprietario del terreno a versare una somma di denaro in contanti, garantendo in cambio molteplici vantaggi.
Tra questi – specifica la nota – un indennizzo maggiore (fino a 35 mila euro per ettaro) rispetto ai valori di mercato (18 mila euro) per l’esproprio del terreno; un ampliamento, rispetto al progetto originario, dell’area da espropriare, così da garantire un maggiore vantaggio al privato, con conseguente aumento della spesa pubblica; il celere riconoscimento dell’indennità di esproprio, senza necessità di avviare contenzioso con la Pubblica amministrazione.
Le indagini hanno consentito di accertare – conclude la relazione -che i pubblici ufficiali indagati per corruzione, in cambio della messa a disposizione della loro funzione, hanno, in più occasioni, richiesto al proprietario del terreno un illecito
compenso, stabilito mediante un “tariffario” che prevedeva una percentuale (dall’1 al 3 per cento) in base all’aumento di valore dell’indennità di esproprio”.
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