Appallo all’unità di intenti di sindacati, forze sociali, istituzioni e territorio
“Permettere la continuità produttiva del petrochimico siracusano nell’ottica di un piano di riconversione attento alla sostenibilità ambientale e sociale”.
Questo l’auspicio espresso dal segretario provinciale della Fiom Cgil Antonio Recano alla luce degli ultimi eventi: sequestro del depuratore Ias e crisi generata dalla guerra Russia-Ucraina.
“Lasciando lavorare la magistratura, perché la tutela della salute pubblica è una priorità – precisa – occorre però trovare soluzioni tecniche che permettano la continuità produttiva del petrochimico.
Il Governo – insiste Recano – faccia la propria parte e rimetta in mani pubbliche il futuro di Priolo”.
Secondo il segretario della Fiom la strade per uscire da questa crisi c’é: “Occorre il coraggio di abbandonare quell’impronta fossile che ha caratterizzato per 70 anni la presenza industriale a Siracusa, di pretendere un cambio
di paradigma verso un modello industriale moderno, sostenibile che a partire dalle bonifiche e dalla rinascita di un distretto manifatturiero, crei sviluppo e nuovi posti di lavoro”.
Diversificazione ed integrazione delle attuali produzioni sono per Recano le parole-chiave.
Da qui l’appello all’unità di intenti di sindacati, forze sociali, istituzioni “per provare a trasformare – conclude – la crisi del Petrolchimico in un’opportunità di riscatto per tutto il territorio”.
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