MENU
Articoli in evidenza
L'intervento

Delibera dell’Ati sulla gestione idrica, Baio: “A rischio i lavoratori Siam”

Delibera dell'Ati sulla gestione idrica, Baio: "A rischio i lavoratori Siam"

Le osservazioni e i rilievi dell’esponente del Partito Democratico

Salvo Baio propone oggi un intervento sulla delibera dell’Ati che riguarda la gestione idrica che, a suo giudizio, metterebbe a rischio i lavoratori Siam:

“Il Tar di Catania ha ritenuto “meramente programmatica” la delibera del 12 novembre 2020 con cui l’Assemblea territoriale idrica (Ati) “privilegia la gestione esclusivamente pubblica del servizio idrico”. Tradotto, vuol dire che la delibera non contiene alcuna decisione vincolante, ma solamente l’indicazione di un obiettivo da raggiungere con successivi atti e approfondimenti tecnici, giuridici ed economici. In altri termini, al momento non è altro che l’espressione di una volontà politica e/o ideologica, che peraltro deve fare i conti con la legislazione vigente.

Va osservato che la forma di gestione (pubblica, mista, privata) non può essere scelta a piacimento, ma deve essere coerente col Piano d’ambito, che ne è il presupposto imprescindibile.

Lo prevede espressamente il decreto legislativo numero 152/2006 all’articolo 149 bis che recita così: “L’ente di governo dell’ambito delibera la forma di gestione sulla base del piano d’ambito”. Tale piano non esisteva ancora quando l’Ati adottò la delibera di gestione pubblica del servizio idrico.

Un aspetto importante del piano d’ambito è il Pef (Piano economico finanziario) che è un indicatore dell’economicità della forma di gestione. Questo principio è ritenuto vincolante dalla Corte costituzionale, che mette sullo stesso piano le tre forme di gestione e pone a carico dell’organo di gestione del servizio idrico l’onere di una valutazione comparativa della loro economicità.

Personalmente ritengo che nella gestione del servizio idrico l’istituzione pubblica debba avere un ruolo centrale ma la “gestione esclusivamente pubblica”, semprechè economicamente vantaggiosa, presuppone che l’ente gestore (l’azienda speciale consortile) oltre al know how, disponga di un proprio personale (tecnici, operai, impiegati amministrativi) col quale eseguire gli interventi sulla rete idrica, i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, la gestione del depuratore e realizzare le opere previste nel piano d’ambito.

A tal fine, l’azienda speciale consortile dovrà reclutare il personale attraverso apposite procedure selettive, che richiedono tempi lunghi. Nel frattempo l’esecuzione dei lavori non può che essere affidata ad imprese private a seguito di gare d’appalto. Esattamente come avviene oggi. L’unica cosa certa è la creazione di un carrozzone politico lottizzato.

In questo quadro, che ne sarà dei 94 dipendenti della Siam e delle altre gestioni private, se ve ne sono? Nessuno ne parla, neanche i sindacati i quali sbrigativamente assicurano che si troverà una soluzione, ma non dicono quale e come. Va detto che, sulla base della normativa vigente, l’assorbimento di questi lavoratori da parte dell’azienda speciale consortile non è previsto e (forse) solo un’apposita legge regionale potrebbe salvaguardarli. Bella riforma quella che comincia con la mattanza di 94 padri di famiglia”.

© E' VIETATA LA RIPRODUZIONE - TUTTI I DIRITTI RISERVATI

VERSIONE STAMPABILE