Baio mette in rilievo l’inopportunità dell’affidamento anche sul piano dell’etica della politica
La delibera con cui l’amministrazione comunale di Siracusa ha deciso di affidare per 6 mesi la comunicazione istituzionale ad una società editoriale ha suscitato un ampio dibattito in città.
Di seguito il punto di vista di Salvo Baio: “La decisione del sindaco Italia di affidare per sei mesi dietro compenso di circa 18 mila euro la ‘comunicazione istituzionale’ ad una società editrice di un giornale online e di una radio riporta agli anni bui della vecchia politica il rapporto tra istituzioni pubbliche e mezzi di informazione.
Va osservato, e non si tratta di un aspetto secondario, che quando un amministratore pubblico destina, sia pure sotto forma di contributi, soldi dell’Amministrazione di cui è a capo per finalità del genere ha il dovere di dare ampia motivazione all’opinione pubblica sulla necessità, anzi sull’ indispensabilità della scelta, tenuto conto che esiste un ufficio stampa comunale preposto proprio alla comunicazione istituzionale.
Qual è l’interesse pubblico che giustifica un affidamento la cui opportunità sfugge e che potrebbe presentare profili di illiceità e forse di illegittimità? Inoltre, poiché a Siracusa esistono numerose testate giornalistiche, il sindaco dovrebbe spiegare sulla base di quali criteri ne ha scelto una in particolare.
Non so se la testata in discussione sia consapevole che da questo momento in poi la sua autonomia professionale (e, mi spiace dirlo, anche la sua credibilità) rischia di essere offuscata.
Il discrimine tra libera informazione e cosiddetta ‘comunicazione istituzionale’ apparirà sempre più incerto e aleatorio e il comune lettore potrebbe non distinguere l’una dall’altra.
Non pensavo che il ‘signore del Vermexio’ potesse spingersi fino al punto di delegare, utilizzando, ripeto, i soldi del Comune, a testate giornalistiche di suo gradimento la narrazione delle straordinarie realizzazioni dell’Amministrazione. Un motivo in più per contrastarlo con fermezza anche sul terreno dell’etica della politica.
Possibile che l’Ordine dei giornalisti di Siracusa non abbia nulla da dire?”
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