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Democrazia partecipata 2025 a Siracusa: c’è già l’impegno di spesa

democrazia partecipata

Secondo il nuovo regolamento la pubblicazione dell’avviso deve avvenire entro il 30 aprile

Riparte con l’inizio del nuovo anno la procedura di Democrazia partecipata che obbliga i Comuni a spendere almeno il 2% dei trasferimenti regionali, di parte corrente, utilizzando strumenti che coinvolgano la cittadinanza per la scelta di azioni di interesse comune.

In caso di inadempienza, bisogna infatti restituire, nell’esercizio successivo le somme non utilizzate a tale scopo.

Anche per quest’anno è stata impegnata in bilancio la somma di 50.000 euro.

A ottobre scorso il consiglio comunale ha approvato il nuovo regolamento che  ha riscritto quello precedente risalente al 2019 (già modificato nel 2020) sulla base dell’esperienza accumulata negli anni.

Fatte salve le finalità (stimolare la “partecipazione dei cittadini alla vita politica e amministrativa del proprio territorio”) e l’ammontare delle risorse disponibili ogni anno (il 2 per cento dei trasferimenti regionali di parte corrente), il regolamento individua 6 aree tematiche cui i progetti presentati dai cittadini devono fare riferimento: ecologia, ambiente, decoro urbano e sanità; opere pubbliche e rigenerazione urbana; politiche giovanili, scolastiche, sociali e pari opportunità; politiche culturali, sportive e promozione turistica; cura dei beni comuni; viabilità, mobilità e innovazione tecnologica.

Possono essere coinvolti (sia nella fase di progettazione che nel voto) i cittadini residenti a Siracusa che abbiano compiuto 16 anni, in forma singola o associata; sono esclusi i soggetti che hanno incarichi politici o di partito, i dipendenti comunali, i consiglieri e gli assessori.

Tutta la procedura deve essere improntata al massimo della trasparenza, a partire dalla pubblicazione dell’avviso che deve avvenire entro il 30 aprile di ogni anno.

Il regolamento indica le informazioni da inserire nella scheda di partecipazione, che deve contenere anche il costo approssimativo del progetto.

Ciascun soggetto potrà presentare una sola scheda. Una volta presentate, saranno i dirigenti delle aree tematiche e la conferenza dei servizi a valutare l’ammissibilità delle idee; seguirà una fase di co- progettazione, con incontri aperti ai proponenti, che servirà alla stesura di vere e proprie “proposte progettuali definite e quantificabili”.

Si passerà, quindi, alla votazione, curata dal Rup, che potrà avvenire su piattaforma e in presenza; in questo caso dovranno essere aperti 4 postazioni: due in centro città, una a Belvedere e una a Cassibile.

La fase di voto è preceduta da un’assemblea pubblica nella quale i proponenti illustrano alla cittadinanza le
singole idee-progetto.

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