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relazione semestrale

Dia, traffico e spaccio di stupefacenti core business della criminalità organizzata nel Siracusano

relazione

La Direzione investigativa antimafia analizza il semestre gennaio-giugno 2021

Traffico e spaccio di stupefacenti si confermano quale principale fonte di guadagno della criminalità organizzata del Siracusano dove si conferma la tendenza alla coesistenza di diverse organizzazioni mafiose con tangibili influenze di cosa nostra catanese.

Si evince dall’ultima Relazione semestrale che la Dia ha presentato alle Camere e che riguarda il periodo gennaio-giugno 2021.

“Il territorio – si legge nel documento – risulta caratterizzato dalla presenza di due macro gruppi di riferimento che spendono la loro influenza in ambiti geografici ben definiti.

Nel quadrante nord della città di Siracusa risulta presente il gruppo Santa Panagia, frangia cittadina della ramificata compagine Nardo-Aparo-Trigila, collegata alla famiglia Santapaola Ercolano di cosa nostra catanese.

Nel contesto urbano – prosegue – emerge anche il sodalizio dei Bottaro-Attanasio legato al clan Cappello di Catania che nel semestre in corso è stato interessato da una confisca di beni eseguita dalla Dia a carico di un esponente di rilievo”.

Estorsioni e spaccio di stupefacenti sono la principale fonte di guadagno per tutte le consorterie che, riforniti dai sodalizi catanesi, si spartiscono il territorio.

“Il settentrione della provincia (in particolare gli abitati di Lentini, Carlentini e Augusta)- spiega la relazione – risulterebbe ancora sotto l’influenza della famiglia Nardo, riconducibile alla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano di Catania.

La zona sud riferita ai centri di Noto, Pachino, Avola, Rosolini ed altri – continua – appare da tempo sotto il controllo del clan Trigila che nel semestre è stato colpito dagli esiti dell’indagine “Robin Hood” da cui è emersa la posizione dominante assunta nel settore del trasporto su gomma di prodotti ortofrutticoli, della produzione di pedane ed imballaggi e della produzione e commercio di prodotti caseari.

E’ stato accertato – riferisce il documento –  che il clan oltre a porre in essere attività tradizionalmente illecite come il traffico di sostanze stupefacenti ricorreva ad un modus operandi consolidato nel tempo e sfruttava la riconosciuta
caratura criminale per penetrare il tessuto economico del territori grazie ad aziende in grado di alterare le regole della concorrenza, riuscendo in tal modo a conseguire illeciti profitti.

Ciò avveniva ad esempio nell’intermediazione imposta nel settore dei trasporti agricoli e nell’acquisizione di fondi agricoli finalizzati alla richieste di contributi europei.

L’operazione ha inoltre svelato la perdurante capacità di un elemento di vertice dei Trigila di influenzare,
benché recluso da lunga data, l’operatività criminale del gruppo”.

A Cassibile risulta attivo il sodalizio dei Linguanti, articolazione dei Trigila, mentrea Pachino e Portopalo continua l’egemonia del clan Giuliano.

La zona pedemontana della provincia ove ricadono i comuni di Floridia, Solarino e Sortino risentirebbe dell’influenza criminale della famiglia Aparo “la cui rinnovata operatività nei settori delle estorsioni, usura e stupefacenti – si legge nella relazione – è stata disvelata da una recente indagine”.

Anche nel semestre gennaio-giugno 2021 traffico e spaccio di stupefacenti si confermano quale principale fonte di guadagno della criminalità organizzata locale.

Lo dimostrano le varie operazioni portate a termine: “White Mountains”  a Melilli, l’indagine “Algeri” a Siracusa, l’indagine “Fast Shipping” che ha colpito un sodalizio criminale operante ad Augusta e Catania dedito al traffico internazionale di ossicodone.

Senza dimenticare l’indagine “Prison dealers” che ha rivelato l’esistenza di un’ organizzazione criminale attiva tra Catania e Augusta , finalizzata al reperimento e allo spaccio di cocaina, marijuana, hashish e skunk tra i detenuti dell’istituto penitenziario di Augusta oltre alla consegna di telefoni cellulari e apparati per la comunicazione.

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