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Dieci anni fa la scomparsa dell’avv. Giuseppe Bozzanca. Fu figura di rilievo in ambito giuridico e culturale siracusano

scomparsa

Ricevette in tipografia la telefonata del presidente Pertini dopo un articolo pubblicato su una delle riviste stampate da Bozzanca

Dieci anni fa la scomparsa dell‘avvocato Giuseppe Bozzanca.

Laureatosi in Giurisprudenza all’Università di Catania a 24 anni nel 1955 e abilitatosi alla professione forense nel 1957, divenne un noto avvocato civilista della città, figura di grande rilievo nel panorama giuridico e culturale siracusano.

Si definiva liberalsocialista, seguendo l’esempio di Giustizia e Libertà, il movimento antifascista che aveva tra i suoi esponenti Ferruccio Parri, Emilio Lussu, i fratelli Rosselli, Piero Calamandrei, Adolfo Omodeo, Carlo Rosselli, Nello Rosselli, Ernesto Rossi e Riccardo Bauer.

Questo movimento coniugava la difesa dei valori democratici con una forte componente di impegno civile, ispirando Bozzanca nei suoi ideali di giustizia sociale e libertà.

Bozzanca era un appassionato studioso del pensiero di Benedetto Croce e Gaetano Salvemini, condividendone l’idea che la cultura e la storia fossero strumenti fondamentali per la difesa della libertà e della democrazia.

Si rifaceva anche al pensiero di Adolfo Omodeo e Pietro Galante Garrone, entrambi sostenitori di una visione della democrazia basata sull’educazione civica e la responsabilità individuale.

Inoltre, apprezzava la lucidità critica di Giorgio Bocca nel raccontare le contraddizioni dell’Italia contemporanea.

Oltre alla sua carriera forense, Bozzanca si distinse anche nel panorama giornalistico locale, fondando la “Gazzetta di Siracusa”, un’iniziativa che ebbe una conclusione prematura.

Nonostante ciò, rimase un’esperienza significativa nel tentativo di promuovere una stampa libera e autonoma. Tanto che nel 1984, una delle riviste stampate da Bozzanca pubblicò un articolo dal titolo “Quel siracusano di nome Sandro Pertini”.

Il Presidente della Repubblica, che aveva combattuto come partigiano durante la Resistenza, aveva utilizzato un documento d’identità falso a nome di Nicola Durano, nato a Siracusa.

La Prefettura inviò l’articolo al Quirinale, e Pertini chiamò direttamente la tipografia. Dopo un iniziale momento di sorpresa, Bozzanca comprese la ragione della telefonata e si intrattenne in una conversazione con Pertini, rievocando insieme a lui alcuni antifascisti siracusani che il Presidente aveva incontrato in passato.

La biblioteca di Bozzanca, che conta circa 6.000 volumi, testimonia la sua passione per la cultura e il pensiero politico.

Oltre ai grandi autori italiani, essa includeva numerosi periodici e riviste che riflettevano il suo impegno civile e politico.

Tra le pubblicazioni più significative si trovano L’Astrolabio, Il Mondo, Il Ponte e Belfagor, riviste storiche che difendevano la libertà di pensiero e l’indipendenza culturale.

Questi periodici erano punti di riferimento per il dibattito politico e intellettuale dell’epoca, e Bozzanca li conservava con cura, a testimonianza del suo interesse per il confronto delle idee.

Giuseppe Bozzanca regalò al nipote Giordano la tessera del partito socialista firmata da Pietro Nenni, il quale la conserva ancora oggi.

Giordano Bozzanca, suo nipote, ha avuto cura di catalogare questi volumi fin dalla sua adolescenza, mantenendo viva la memoria di un uomo che ha fatto della cultura e della libertà i suoi ideali.

Per onorare anche il suo ricordo, Giordano, presidente di InOltre, associazione di giovani progressisti, ha anche fatto affiggere un’opera in calligraphy art presso il Liceo Michelangiolo di Firenze, dove studiò Piero Calamandrei e i fratelli Rosselli.

Questo tributo è stato realizzato dopo un episodio di violenza fascista ai danni di due studenti, come segno di resistenza e difesa dei principi democratici.

L’opera riporta il celebre discorso di Calamandrei ai giovani, pronunciato nel 1957, che resta un faro per le nuove generazioni.

Giuseppe Bozzanca ha lasciato un’impronta indelebile nella comunità siracusana e italiana, non solo come avvocato, ma anche come custode di una tradizione di pensiero e valori.

Il suo lascito continua a vivere attraverso la sua biblioteca, le sue idee e l’impegno civile di chi lo ha conosciuto e ne conserva il ricordo.

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