La proposta di riconoscimento del debito fuori bilancio discussa ieri a porte chiuse in consiglio comunale
Tegola sul Comune di Siracusa condannato con sentnza dei giudici della Corte di Appello di Catania a pagare 282.621,74 euro per dei prestiti contratti con una finanziaria da un dipendente dell’Ente e dalla moglie che non hanno poi ottemperato al pagamento.
Tutto nasce nel 2008 quando la coppia contrae dei prestisti personali (due per ciascuno) con cessione del quinto dello stipendio e con delega di pagamento al datore di lavoro, quindi al Comune.
I contratti erano dotati di atto di benestare del Comune, per la precisione del ragionere generale e del dirigente.
Di questi atti il Comune ha sostenuto di non esserne a conoscenza.
Dopo le prime rate corrisposte regolarmente, i pagamenti delle rate sono stati corriposti in ritardo fino all’interruzione totale a partire dal 30 novembre 2009.
La vicenda è quindi finita in giudizio: nel 2021 il tribunale di Siracusa ha assolto il Comune, condannando il dipendente e la moglie a pagare.
La finanziaria ha presentato ricorso e da qui è scaturita la sentenza di condanna da parte dei giudici di Appello per il Comune in solido con il dipendente e la moglie.
Da qui la proposta del riconoscimento del debito fuori bilancio che ieri è stata discussa al consiglio comunale a porte chiuse.
Secondo quanto riferito questo passaggio sarebbe un atto formale e necessario a cui dovrebbe seguire l’impugnazione della sentenza che di conseguenza vedrà l’ultimo passaggio in Cassazione.
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