Sollecitate risposte rapide e soluzioni convincenti
Immediate le reazioni della politica alla notizia dell’embargo via mare al petrolio russo deciso questa notte dall’Ue.
“Questa decisione – commenta la deputata nazionale di Fi, Stefania Prestigiacomo – rischia di avere conseguenze drammatiche sull’economia siciliana e gravi ripercussioni su tutto il sistema degli approvvigionamenti energetici nazionali.
Infatti la raffineria Isab di Priolo (di cui è proprietaria la Lukoil)- aggiunge – che lavora praticamente solo idrocarburi russi che giungono via mare, in queste condizioni fra sei mesi, se non prima, sarà condannata a chiudere, facendo perdere al paese una quota significativa di derivati dal petrolio e innescando una crisi ‘di sistema’ dalle gravissime conseguenze occupazionali (e quindi sociali) ed economiche.
Si stima che la chiusura dell’Isab a causa dell’embargo farebbe perdere alla Sicilia 1 punto di Pil per un valore di oltre un miliardo di euro ma, soprattutto, avrebbe un devastante effetto sul lavoro del siracusano con circa 3000 posti di lavoro fra diretti ed indiretti che sarebbero compromessi nella sola Isab-Lukoil.
Prevedibile anche l’effetto domino – prosegue Prestigiacomo – in un comparto industriale che dall’Isab in gran parte dipende: ci sarebbero conseguenze su Erg, Air Liquide, Priolo Servizi e in parte Versalis”.
Da qui la richiesta di Stefania Prestigiacomo al coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani di intervenire presso il governo per ottenere soluzioni convincenti.
Intervengono anche i deputati nazionali e regionali del M5S: “Siamo molto preoccupati – scrivono Paolo Ficara, Filippo Scerra, Pino Pisani, Maria Marzana, Stefano Zito e Giorgio Pasqua – abbiamo lavorato in questi mesi per sensibilizzare il Governo sulla situazione del nostro polo industriale e sulla crisi che attraversa il settore ormai da anni.
Purtroppo – spiegano – la guerra in Ucraina ha fatto peggiorare il quadro, ponendo in particolare modo la società Isab, fondamentale per la sostenibilità di tutto il polo siracusano, in una condizione di debolezza dovuta alla indisponibilità delle banche a fornire garanzie di credito necessarie per l’acquisto di grezzi non russi.
Adesso, con l’embargo Ue al petrolio russo – concludono – chiediamo al Governo di trovare una soluzione tecnica per permettere alla stessa Isab di potere regolarmente acquistare petrolio da altre fonti per continuare così la sua piena e regolare attività”.
“Il governo centrale sta commettendo un grave errore sulla vertenza legata alla raffineria Isab di Priolo e l’embargo del petrolio russo imposto dall’Unione Europea entro fine anno”.
A dirlo è la deputata regionale di Fi, Daniela Ternullo: “Se il governo Draghi aspetta il momento più opportuno per intervenire – aggiunge – bene quel momento è arrivato.
Di certo Forza Italia – conclude Ternullo – non starà a guardare lo scempio economico e sociale causato dall’effetto domino di una guerra insensata, in cui si fanno gli interessi più assurdi fuorché dei lavoratori. Serve un tavolo tecnico nazionale per evitare l’irreparabile”.
“Il Governo Musumeci – dichiara l’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano – ha presentato ben sette mesi fa, dopo un lavoro di oltre un anno con imprese e sindacati e altri attori istituzionali, la richiesta di area di crisi, purtroppo nessun tipo di risposta ci è stata data nonostante abbia personalmente scritto ben quattro volte al ministro Giorgetti.
Allo stato – aggiunge l’assessore – c’è solo un tavolo convocato dal viceministro Todde che ancora una volta viene definito interlocutorio.
Non è più tempo di massimi sistemi – conclude – il Governo nazionale ci deve dire cosa vuole fare, che progetti ha sul petrolchimico siracusano”.
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