La Cgil ha abbandonato il tavolo
“Lo sviluppo dei nuovi progetti, per i quali sono previsti investimenti per 2 miliardi di euro, è condizionato alla fermata dei cracking di Brindisi e Priolo“.
A comunicarlo ai sindacati presenti al tavolo tenuto ieri nella sede Eni dell’Eur è il portavoce del gruppo.
“Lo stop – ha spiegato – è necessario al fine di ridurre le ingenti e costanti perdite causate da una crisi strutturale e irreversibile del settore a livello europeo e consentire lo sviluppo dei nuovi progetti”.
“L’incontro odierno con i rappresentanti sindacali presenti al tavolo – ha aggiunto il portavoce – ha prodotto progressi significativi nello sviluppo del piano, tra cui la possibilità di mantenere in conservazione gli impianti di Brindisi dopo la fermata nell’ipotesi di recupero di sostenibilità, e un nuovo sviluppo industriale a Ragusa a supporto delle nuove filiere produttive.
Il piano – ha detto ancora – coniugherà le molteplici esigenze di mantenere l’intensità industriale e occupazionale nei territori, di portare ingenti investimenti con importanti ricadute positive anche sull’indotto, sia durante la fase della costruzione che durante l’esercizio e di recuperare la redditività dell’azienda”.
La Cgil ha abbandonato il tavolo: “Non c’è la volontà politica di fare una trattativa”.
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