Troppi errori, troppi black-out, sia in fase offensiva che difensiva
Per l’Ortigia arriva la prima sconfitta in questa Len Euro Cup ed è di quelle che fanno male, non soltanto per i punti persi, che riaprono i giochi per la qualificazione, ma anche per la brutta prestazione in acqua.
La squadra è apparsa distratta, fragile, disunita, anni luce lontana da quella grintosa e capace di soffrire e di sacrificarsi
Troppi errori, troppi black-out, sia in fase offensiva che difensiva. Il Primorac ha meritato la vittoria, giunta al termine di una prova maiuscola, nella quale ha giocato con aggressività, attenzione, lucidità, mostrandosi molto abile nella lettura delle diverse situazioni di gioco.
L’Ortigia inizia bene il match, prima portandosi in vantaggio e poi, una volta raggiunta e superata, rispondendo prontamente con Inaba, che piazza il tiro del 2-2.
Nel secondo tempo, però, l’equilibrio inizia a vacillare quando, dopo i gol di Vico e Ferrero, i montenegrini allungano con uno 0-3 di parziale che costringe Piccardo al primo time-out.
I biancoverdi sembrano svegliarsi e riescono a portarsi a -1 con una bella azione di Di Luciano e con il gol di Condemi in superiorità, ma il rigore di Mrsic fissa il nuovo doppio vantaggio degli ospiti.
Anche il terzo tempo segue lo stesso copione, con il Primorac che prova ad allungare ancora e l’Ortigia che reagisce e rimane agganciata alla partita.
Partita che, invece, sfugge completamente negli ultimi otto minuti: la squadra di Piccardo sembra spenta e subisce un poker di reti senza mostrare reazione.
Inaba difende l’orgoglio biancoverde, ma è tutto inutile. Sconfitta pesante, nel punteggio (14-9) e nel modo in cui è maturata.
Per fortuna non compromette il cammino europeo, ma adesso non si può più sbagliare.
A fine gara, il tecnico dell’Ortigia, Stefano Piccardo, analizza la sconfitta: “Abbiamo trovato di fronte una squadra che ha giocato la partita che voleva, riuscendo a un certo punto ad allungare.
Noi ci siamo scoperti in troppe occasioni per cercare di riprenderli, abbiamo preso 5 gol evitabili sulla prima linea, abbiamo fatto 5 su 15 con l’uomo in più e abbiamo sbagliato 5 volte dal palo con l’uomo solo.
Credo che questo sia stato un grosso bagno di umiltà per i miei giocatori. Sono sempre molto gentile verso di loro quando analizzo una partita, però devo dire che quella di oggi è stata una pessima figura.
Il quarto tempo, da parte della mia squadra, è stato indecente. Il responsabile sono io e avremo modo in questi giorni di parlare insieme ai miei giocatori”.
All’allenatore biancoverde non è piaciuto affatto l’atteggiamento dei singoli: “Bisogna capire che il punto non è quello che tu puoi fare per te stesso, ma quello che puoi fare per la squadra.
E oggi per la squadra non ha fatto niente nessuno. Ci sono momenti che vanno affrontati non solo con l’agonismo, ma anche con la conoscenza di quello che si va a fare, cosa che oggi è mancata.
La colpa è mia, mi assumo la responsabilità, ma penso che questa sconfitta ci farà molto bene. Non bisogna drammatizzare, ma non si può neanche non sottolineare certe prove”.
A caldo, parla anche Christian Napolitano che, da capitano, ci mette la faccia e striglia i suoi compagni: “Da capitano, l’unica cosa che penso è che dobbiamo passarci una mano sulla coscienza e capire che non siamo una squadra di fenomeni.
Se qualcuno pensa di esserlo, sbaglia. Noi siamo una squadra operaia che non può basarsi sui singoli. Se
non ci coalizziamo, se non siamo squadra non andiamo da nessuna parte. E oggi si è visto.
Noi siamo quelli delle partite contro Brescia, Trieste e Panionios, non questi. Quello di oggi è un pugno in faccia fortissimo.
Meglio riceverlo ora, così ci sveglia e ci fa abbassare la cresta. Ci siamo allenati bene in questi giorni, ma l’approccio è stato sbagliato.
Ora bisogna rimboccarci le maniche, la qualificazione è ancora alla nostra portata, ma non possiamo sbagliare e tanto meno fare queste pessime figure.
Mi spiace per il pubblico – conclude il capitano – mi scuso con i tifosi per questa figuraccia. È anche colpa mia, sono il capitano, ho sbagliato l’approccio. Ora si va avanti, in silenzio, senza scuse e abbassando tutti la cresta”.
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