I commenti di Cracolici (Pd), Ardizzone e Candiano (M5S) e dell’eurodeputato Falcone
Muro di critiche contro il disegno di legge del centrodestra incardinato in commissione Affari istituzionali per l’elezione diretta nelle ex Province siciliane.
“Dopo dodici anni di commissariamento e con la data del 15 dicembre già fissata per le elezioni di secondo livello per Liberi consorzi e Città metropolitane, non si può più consentire questo giochino: se non si va al voto andiamo incontro ad una grave violazione statutaria che può portare allo scioglimento dell’Ars”. Lo ha detto Antonello Cracolici, deputato Pd all’Ars, intervenendo in aula all’inizio della seduta con riferimento al ddl sull’elezione diretta nelle ex province presentato dal centrodestra.
“Se dovesse passare questo provvedimento – annuncia – presenterò un ricorso per chiedere l’annullamento del voto: se infatti non c’è una legge nazionale che autorizza a votare in deroga alla Delrio, siamo tenuti a votare con il sistema di secondo livello”
Commento contrario anche da parte dei deputati M5S all’Ars Martina Ardizzone e Angelo Cambiano, componenti della commissione Affari istituzionali dell’Ars.
“Il centrodestra sta apparecchiandosi una nuova sonora batosta come già avvenuto e solo per fare ‘ammuina’ su argomenti triti e ritriti.
Qualcuno comunque gli ricordi che la Corte Costituzionale ha imposto le elezioni di secondo livello con la legge Delrio in vigore e questo non ci pare essere stato minimamente superato”.
Bacchettata da parte l’eurodeputato di Forza Italia-PPE Marco Falcone: “Siamo l’unica Regione d’Italia a non votare per le Province, ancorché con elezioni di secondo livello.
Pur apprezzando i buoni propositi riguardo il ripristino dell’elezione diretta, temo che tutto si possa risolvere in una tattica dilatoria.
La percezione comune – prosegue – è che, per incomprensibili giochi di palazzo, qualcuno voglia impedire alle Province siciliane di avere una guida politica che offra finalmente risposte a tantissime emergenze, colmando il grave deficit di rappresentanza.
Quando il governo Meloni avrà abrogato la legge Delrio – confidiamo al più presto – si potrà andare al voto.Ma, fino ad allora – conclude Falcone – andare avanti con i commissariamenti, o ancora peggio con normative a rischio impugnativa, risulterebbe solo una tattica dilatoria, oltre che rischiosa”.
© E' VIETATA LA RIPRODUZIONE - TUTTI I DIRITTI RISERVATI