Il governo contesta alcune norme contenute nella legge di variazione del bilancio della Regione siciliana
“Il reiterato rinvio delle elezioni nelle ex Province e nelle tre Citta’ metropolitane e le conseguenti proroghe dei commissariamenti violano i principi di democraticità della Costituzione”.
E’ la contestazione che il Consiglio dei ministri muove nell’impugnativa ad alcune norme contenute nella legge di variazione del bilancio della Regione siciliana, approvata dall’Ars il 4 agosto prima della pausa estiva.
“La situazione di eccezionalità – si legge nell’impugnativa – che poteva giustificare, nell’immediatezza dell’entrata in vigore, della disciplina di riforma la proroga originariamente disposta non può infatti porsi come plausibile ragione giustificativa delle successive 10 proroghe che si sono susseguite in un arco temporale di sei anni”.
“La Regione siciliana – viene contestato – pur dando apparente seguito, con la legge regionale n. 15/2015, all’obbligo di riordino delle circoscrizioni provinciali, ha in realta’ finora rinviato le elezioni degli organi provinciali (“liberi consorzi comunali”) e ha pertanto disatteso la legge n. 56/2014 (legge Delrio), al cui rispetto anche le Regioni a statuto speciale sono tenute.
“Il continuo protrarsi dei commissariamenti degli enti di area vasta determina in conclusione – prosegue il CdM – una derivazione e dipendenza degli stessi dall’ente regionale in dispregio della loro autonomia e del principio di riforma sancito dalla legge Delrio, che concepisce gli enti di area vasta come espressione del livello di governo inferiore (comunale) e non superiore, come di fatto si e’ realizzato”.
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