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Grottone: La “Villa” dei principi di Linguaglossa

di Marco Monterosso
grottone

Il territorio siracusano di Carancino, deriva il suo toponimo dalle parole “car” e “ancinu” risultanti dall’alterazione dei vocaboli arabi “harah” che vuol dire sentiero e “lagin” che significa arancio, da cui il significato “sentiero degli aranci”. (A. Vittorio, Toponomastica del territorio siracusano, Vol. I, 1986) Confinanti con i territori di Monti Climiti, Diddino, Biggemi e Targia le terre di Carancino alla fine del Duecento appartenevano al notaio siracusano Giovanni Marrasi.

Il feudo era composto da un ampio tratto della fertile pianura alluvionale dell’Anapo e da uno sterile promontorio roccioso detto Belvedere in cui, agli inizi del XIV secolo, fu costruito un fortilizio.

Sappiamo che nel 1375 il sovrano impegnò la città di Siracusa a corrispondere a Nicola Marrasi, 2.20 Onze mensili per la custodia del maniero che fu però demolito poco dopo per ordine di Martino “il vecchio” (N. Monterosso, Prime ipotesi su un “castello” medievale a Belvedere, in Dialoghi Mediterranei nr 63, 2023) Nel 1405 il feudo fu acquistato da Giacomo Arezzo per poi passare, quale dotale di nozze, ai Lanza.

Tra il 1462 e gli inizi del Seicento il feudo appartenne ai Bonaiuto poi brevemente ai Branciforte che, nel 1615, lo vendettero a Giuseppe Bonanno la cui famiglia mantenne il feudo ben oltre l’abolizione del regime feudale.

Grottone: La “Villa” dei principi di Linguaglossa

Nel 1627 Giuseppe Bonanno, ottenuta la licentia populandi, per colonizzare il suo feudo, fondò la “terra di Belvedere” il cui territorio fu di fatto sottratto alla giurisdizione fiscale e giudiziaria di Siracusa. Nel 1633, investitosi anche del principato di Linguaglossa, Giuseppe Bonanno divenne uno degli aristocratici siracusani più influenti ed illustri.

Contestualmente alla fondazione di Belvedere gran parte delle terre del feudo furono concesse in censo ai nuovi coloni che dopo averle bonificate impiantarono vigne e uliveti mentre un ampio appezzamento lungo il corso dell’Anapo era condotto direttamente dai Bonanno.

Qui venivano coltivati soprattutto canapa e lino che, dopo essere stati raccolti, necessitavano di un periodo di macerazione in acqua.

Dalla metà del Settecento i Bonanno, trasferitesi oramai stabilmente a Palermo, iniziarono a concedere in gabella le loro proprietà, compresa l’amministrazione della cittadina di Belvedere, a membri dell’aristocrazia minore siracusana che agivano con poteri dell’alter ego.

Continuarono però a gestire direttamente le terre attraversate dall’Anapo in cui, dopo la crisi della coltivazione della canapa, ampliarono una masseria preesistente dotandola di un grande trappeto oleario e numerose stalle per il ricovero del bestiame.

Grottone: La “Villa” dei principi di Linguaglossa

Nei pressi della masseria, sfruttando le acque del vicino fiume, fu migliorata anche la resa di un mulino idraulico a cui i belvederesi accedevano da un ripido sentiero ricavato nelle alte pareti della cava.

La masseria che nel portale d’ingresso, oramai demolito, era definita come “Villa dei principi di Linguaglossa” non aveva in realtà né caratteristiche residenziali né elementi architettonici di pregio tali da giustificare l’ampollosa denominazione, essendo tra l’altro probabile che i Bonanno non vi soggiornarono mai.

La piccola parte residenziale annessa alla masseria doveva infatti essere abitata dal massaro che sovrintendeva al lavoro dei braccianti.

Si accedeva a questa parte della struttura da una breve scala, il cui arco d’ingresso era sormontato dal gatto nero, simbolo nobiliare della famiglia proprietaria e da una grata che recava la sigla P.L. posta sul portoncino ligneo.

Grottone: La “Villa” dei principi di Linguaglossa

Oggi l’edificio, violentato da atti di vandalismo più o meno inconsapevoli, ha ormai perso definitivamente le sue caratteristiche distintive.

Il furto dello stemma dei Bonanno e della grata, cosi come la distruzione del grande portale che conduceva al complesso, rappresentano solo il prologo di un degrado cui sembra inevitabilmente destinata la struttura.

(Le foto sono dell’autore e risalgono al 1999).

Grottone: La “Villa” dei principi di Linguaglossa

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