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Ias, ombre nere sul depuratore dopo l’audizione in Commissione Ambiente e Attivita produttive

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La politica abbandona al suo destino la struttura che per 40 anni ha servito la zona industriale

Nessuna buona nuova dall’audizione in Commissione Ambiente e in Commissione Attività produttive all’Ars, sul rischio chiusura del depuratore dell’Ias.

Al contrario, sembra proprio che il destino della struttura, che per 40 anni ha servito la zona industriale, sia ormai segnato e avviato verso la chiusura come si evince dalla nota di Salvo Baio che relaziona sull’audizione di mercoledì scorso:

“Ormai è chiaro: la politica ha abbandonato al suo destino il depuratore Ias, dopo averlo spremuto come un limone, lottizzandone la gestione e le assunzioni.

L’audizione all’Ars di mercoledì mattina da parte delle commissioni Ambiente e Attività produttive aveva un solo obiettivo: mandare in scena il “funerale” dell’Ias.

Ad annunciare l’intenzione della Regione di disfarsi del depuratore consortile,  è stato, pensate un po’, il commissario del consorzio Asi,  Corrado Di Stefano, il quale si è ricordato che l’impianto di Priolo è di proprietà dell’Asi, ente da tempo in liquidazione.

Ma a creare qualche dubbio su quanto accaduto all’Ars è la cronologia  di alcune dichiarazioni, a partire da quella del rappresentante dell’Uil, Andrea Bottaro, il quale il 10 ottobre attraverso un giornale online ha fatto sapere di aver dichiarato durante l’audizione del giorno prima che “il depuratore è un asset strategico per l’area industriale: senza di esso l’intero sistema industriale rischia un colpo mortale”.

Parole sacrosante che personalmente condivido dalla prima all’ultima. Tuttavia quando Bottaro le ha dette era già nota e stranota l’intenzione della Regione, degli industriali e dei parlamentari siracusani presenti (Carta, Giliistro e Spada)  di sbarazzarsi del depuratore.

A rigor di logica pertanto  i rappresentanti sindacali presenti avrebbero dovuto emettere un comunicato per stigmatizzare con fermezza tale decisione. Forse lo faranno dopo averne discusso negli organismi e nelle assemblee.

Da notare che del futuro dei dipendenti, piccolo dettaglio, non si  è parlato a Palermo.  L’unico che ha rilasciato una dichiarazione, per me stupefacente, è stato il deputato del Pd, Tiziano Spada secondo il quale “sarebbe un atto di generosità se le imprese che stanno realizzando i propri depuratori prendessero in considerazione la possibilità di assumere il personale tecnico dell’Ias”. Chissà perché solo tecnico.

Come deputato della sinistra, Spada dovrebbe fare affidamento più sulla lotta dei sindacati e dei lavoratori che sulla generosità degli industriali per difendere i posti di lavoro di tutti i dipendenti Ias.

Tornando alla cronologia sfasata delle dichiarazioni, risulta a mio avviso irrituale l’iniziativa del deputato del M5S, Scerra, il quale ieri ha reso noto di aver proposto un tavolo tecnico chiamando a raccolta sindaci, sindacati, associazioni di categoria, parlamentari nazionali e regionali per “un lavoro sinergico tra le varie componenti, mirato alla definizione di un documento di sintesi sulle problematiche più contingenti, in primis il depuratore Ias”.

Forse l’onorevole Scerra quando ha diramato il comunicato non era a conoscenza di quanto deciso il giorno prima a Palermo, dove, tranne i sindacati,  nessuno tra sindaci, industriali, governo regionale, deputati regionali si è dichiarato favorevole a tenere in vita il depuratore consortile.

E se ho ben compreso il tenore delle sue dichiarazioni, forse non lo è neanche lo stesso deputato pentastellato.

Naturalmente mi rendo conto della complessità della questione e che ciascuno agisca per tutelare i propri interessi,  come nel caso degli industriali.

Ma resto convinto che, come ha detto Andrea Bottaro, la chiusura del depuratore sarebbe un colpo mortale per l’area industriale per una serie di ragioni che appariranno più chiare nelle prossime settimane”.

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