Secondo il Fazello, tra la terraferma e l’isola di Ortigia, il tiranno Dionisio il Giovane aveva fatto costruire una reggia che “per sito, per edificio, e per magnificenza era mirabilissima”
Demolita da Timoleonte fu probabilmente ricostruita al tempo di Ierone II per poi essere utilizzata, dopo la conquista della città, dai pretori romani.
Sempre secondo il Fazello che scriveva a metà Cinquecento, sulle rovine di quella regia, fu edificato un castello “il qual hoggi si chiama Marietto e per quanto si può comprender dal nome e dal modo della fabbrica, dovette essere opera di Saracini” (T. Fazello, Le due deche dell’historia di Sicilia, 1573).
In realtà, al di là della suggestiva ipotesi dello storico domenicano, il più antico documento che attesta la presenza del castello siracusano risale al 1231 quando Federico II lo annovera tra i castelli demaniali nel suo “Statutum de reparatione castrorum”.
Dopo la costruzione del castello Maniace quello preesistente sull’istmo, probabilmente realizzato in età normanna, iniziò ad essere chiamato semplicemente “esterno o esteriore”, assumendo il nome con cui è oggi conosciuto in riferimento a Berengario Marquet che risulta esserne stato castellano nel 1326.
Questi era probabilmente un discendente del mercante barcellonese Ramon Marquet che, per aver sovvenzionato la spedizione siciliana di Pietro I, aveva ricevuto in feudo i casali di Margolli, Favarocta, Rachadeti e Gemelli (A. Marrone, Repertorio degli atti della Cancelleria del Regno di Sicilia, 2012).
Al Marquet, che risulta morto in data anteriore al 1335, seguirono numerosi altri castellani tuttavia fu proprio con il suo nome che, già a partire dal XV secolo, iniziò ad essere indicato il castello esteriore.
Le scarse notizie giunte fino a noi più che ad assalti nemici si riferiscono al ruolo giocato dal castello durante le ricorrenti crisi interne che interessarono, nel tardo medioevo, il regno siciliano.
Con lo scatenarsi della guerra civile, dopo la morte del reggente Giovanni, tra il 1349 e il 1355 il castello ospitò un presidio militare angioino.
Nel dicembre del 1364 il castellano Antonio de Regio fu ucciso, all’interno stesso del castello, probabilmente per una disputa che ebbe con il capitano Giacomo Alagona.
Nel 1410 divenne invece il principale luogo di scontro tra il grande ammiraglio Cabrera, che intendeva impossessarsi del regno, e la reggente Bianca di Navarra.
La regina, che per sfuggire al Cabrera si era rifugiata proprio dentro il castello Marquet, subì un pesante bombardamento da parte dei siracusani e dei soldati dell’ammiraglio e poté salvarsi solo grazie all’intervento di Giovanni Moncada che, riuscendo a rompere l’assedio, la portò in salvo a Palermo.
La pace tra Siracusa e la regina fu stipulata solo nell’ottobre del 1412, dopo la cattura del Cabrera e l’incoronazione di Ferdinando I, oltre allo scambio dei prigionieri, la restituzione dei beni confiscati e il ritorno dei fuorusciti la regina promise che non si sarebbe recata a Siracusa, se non fosse stata chiamata, e che i siracusani avrebbero potuto “liberamenti fari li fatti loru”. (G. Agnello, Urbs fidelissima, 2011).
Nei moti insurrezionali del 1448, repressi da Giovanni Ventimiglia, https://www.siracusapost.com/gli-arieti-in-bronzo-del-maniace/ il castellano del Marquet, Gonsalvo Nava, ricevette un encomio dalla regina per la posizione di fedeltà e rigore assunta in occasione del tumulto.
Nel 1499, nelle secrete del castello, fu incarcerato il vescovo Dalmau, a seguito di uno scontro con il governatore della camera reginale Margarit.
Nonostante il vescovo venne rilasciato presto, non mancò di scomunicare il governatore e fulminare con un interdetto l’intera città.
Agli inizi del XVI secolo si provò a modernizzarne le strutture adattandole allo sviluppo delle bocche di fuoco cosicché il castello fu circondato da un terrapieno e nei pressi della torre di nord-est venne costruita una postazione rialzata per l’artiglieria.
A metà Cinquecento il castello, dopo essere stato fortemente lesionato dal terremoto del 1542, ormai fatiscente e d’impianto troppo antico per le moderne artiglierie fu ritenuto inutile e se ne previde l’abbattimento.
L’unica mappa di cui disponiamo e che ci consente un’attendibile ricostruzione del suo aspetto, risale proprio a quel periodo, il castello misurava circa 60 metri per 45, ed era rafforzato da torri quadrate ad ogni angolo, (L.Bianchini-R.Bonadeo-G.Purgato, Siracusa, Archeologia e Città, 2012) mentre all’interno della sua corte si ergeva un edificio quadrangolare che probabilmente ospitava gli alloggi del castellano e della guarnigione.
A seguito alla costruzione dei nuovi baluardi all’ingresso dell’istmo e per far posto alle nuove fortificazioni progettate da Scipione Campi il castello venne abbattuto nel 1577.
In mancanza di specifiche esplorazioni archeologiche non restano oggi che scarsissime tracce.
di Marco Monterosso
© E' VIETATA LA RIPRODUZIONE - TUTTI I DIRITTI RISERVATI