Nella trasmissione nuova intervista a Marcus Pota che nega ogni responsabilità
Il giallo della morte della 40enne siracusana Valeria Pandolfo tra i casi trattati ieri sera a “Chi l’ha visto?”,la trasmissione di Rai 3 condotta da Federica Sciarelli. QUI il VIDEO della puntata da vedere da 1:23 dalla fine
Sono ancora tante, troppe le domande senza risposta sulle modalità e i tempi del decesso di Valeria, trovata morta in casa del convivente, Marcus Pota il 17 maggio del 2021 a Prata Sannita.
L’inviata raccoglie nuove dichiarazioni di Marcus a cui sottopone le chat in cui lo stesso Marcus dichiara di essere stato lui ad uccidere Valeria somministrandole veleno per topi.
Alle domande della giornalista Marcus risponde di aver inventato tutto per “fare scandalo” e “per fare un bellissimo scherzo”.
Dall’intervista realizzata con un’amica di Valeria, invece, viene fuori un quadro diverso: la donna dice che Valeria era praticamente segregata, che Marcus tenmeva con sè le chiavi di casa e che era stata pure minacciata in video chat dall’uomo se mai si fosse azzardata ad andare a trovare Valeria per portarla via.
La stessa donna, in precedenza, aveva negato agli inquirenti vessazioni messe in atto da Pota su Valeria per paura di ritorsioni.
Marcus nega tutto, così come nega di essere l’autore di foto di Valeria messe in rete, facendola figurare come una escort. Nega anche di essere lui quella Jessica Lanzone che perseguita e minaccia mamma Mirella.
E Mirella è costretta con i suoi familiari a vivere nella paura di trovarsi Marcus davanti.
“Sono tre anni – dice – che attendiamo la verità su Valeria. Ci siamo messi in coma farmacologico per controllare la rabbia e il dolore e aspettiamo”.
Poi commentando le dichiarazioni di Marcus dice: “E’ tutto falso. Ho già fatto 42 denunce contro di lui e penso di meritare di stare serena”.
La novità dell’approfondimento arriva dalle dichiarazione dello zio di Marcus, Bruno che si concede alle telecamere perché dispiaciuto che il suo nome possa essere collegato a quanto accaduto.
Zio Bruno ricorda che Marcus fino all’adolescenza non era problematico: ” Lamadre lo teneva come un gioiello. Poi è cambiato e mia cognata è arrivata ad averne paura”.
“La giustizia deve fermarlo”: aggiunge, rivolgendo un pensiero di vicinanza a mamma Mirella.
Intanto il 6 maggio nuova udienza in tribunale a Siracusa nell’ambito del processo a Marcus Pota per l’accusa di atti persecutori nei confronti di Mirella Abela.
A giugno scorso, invece, il gip di Santa Maria Capua Vetere ha archiviato l’indagine per istigazione al suicidio contro ignoti.
Ma la famiglia di Valeri non ci sta e non si fermerà: l’obiettivo è riuscire a riaprire il caso per rendere giustizia a Valeria.
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