Si racconta che alla fine del XV secolo, appena fuori dell’antica città di Noto, il ritrovamento in una parete rocciosa di un affresco raffigurante la Madonna, spinse i fedeli a costruire una cappella per rendere grazie al Signore e preservare l’immagine sacra
Secondo questa tradizione il dipinto era stato realizzato da un angelo per esaudire il desiderio di un pastorello che aveva visto la Madonna in una visione. L’immagine miracolosa riprodotta dall’angelo rappresentava la cosiddetta Madonna della Scala, un’iconografia presente in diverse parti d’Italia ma il cui culto si afferma grossomodo in coincidenza con il rinvenimento di Noto. Questo specifico culto mariano si fa derivare da un versetto della Genesi (28,12) secondo il quale Giacobbe, dopo essersi addormentato
fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo
ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa.
Nella simbologia cristiana la scala rappresenta infatti il collegamento tra le cose celesti e quelle terrene mentre la Madonna era la suprema figura di intercessione di questa grazia.
Agli inizi del Settecento alla piccola cappella semi rupestre, probabilmente gravemente danneggiata dal terremoto del 1693 e considerata oramai inadatta ad accogliere un culto molto sentito, si pensò di sostituire un nuovo e più imponente edificio.
Protagonista della costruzione del nuovo edificio fu frate Girolamo Terzo che, vestito l’abito eremitico nel 1707, dopo pochi anni assumeva la responsabilità del romitorio.
Questi si impegnò attivamente per costruire una nuova chiesa e nel 1712 riuscì a portarvi all’interno anche l’affresco su pietra della Madonna, presente nella vecchia cappella della cava. Si racconta che “durante il trasporto il frate cadde in estasi e vide che in futuro il santuario sarebbe stato dei Carmelitani.
Instancabile, raccogliendo offerte, costruì a fianco della chiesa un convento che divenne un importante centro di pietà mariana.” Nel 1724 fra’ Girolamo entrato in stretto contatto con il marchese Andrea Statella, divenuto sacerdote e poi carmelitano con il nome di Salvatore della Trinità (1678-1728), collaborò ad introdurre in alcune case religiose siciliane una riforma carmelitana detta di “S. Maria della Scala”. Nel 1741 ottenuta finalmente, da Papa Benedetto XIV, l’aggregazione dell’eremo della Scala all’Ordine dei Carmelitani, fra’ Girolamo prese l’abito di quell’ordine. Morto in fama di santità l’11 aprile 1758, all’età di 75 anni, il suo corpo riposa ancora oggi presso il santuario per cui tanto si era prodigato.
Nella seconda metà dell’Ottocento le leggi sulla soppressione degli Ordini e delle Congregazioni religiose costrinsero anche i frati del convento della Scala a lasciare quei luoghi.
Grazie ad uno dei frati, il quale con l’aiuto dei suoi familiari ricomprò dal demanio il convento confiscato, l’edificio poté però ritornare alla sua originaria destinazione religiosa e nel 1928 essere eretto in parrocchia dal Vescovo Giuseppe Vizzini.
Il 27 novembre 1963, con la lettera apostolica Scandere caelum di Papa Paolo VI la Beata Maria Vergine, invocata con il titolo di “Scala del Paradiso”, insieme a San Corrado Confalonieri furono proclamato patroni della diocesi di Noto.
Il complesso religioso si Madonna della Scala, a cui si accede attraverso una ripida scalinata, presenta un bel prospetto in stile barocco, con un artistico balcone nella parte centrale.
Spiccano, nella parte superiore, tre statue in pietra, raffiguranti al centro la Madonna e ai lati i profeti Elia ed Eliseo.
Al suo interno il Santuario, ad una sola navata, presenta un pavimento in ceramica ed è abbellito da un pregevole coro settecentesco con 24 seggi.
La chiesa al suo interno conserva, oltre all’affresco della Madonna miracolosa cui è dedicata, un’urna settecentesca in legno dorato contenete i resti mortali di S.
Franzo Martire posta sotto l’altare maggiore mentre, nella parte sinistra della chiesa, è tumulato il Venerabile Fra’ Girolamo Terzo e a destra c’è la sua piccola cella.
Di fronte l’ingresso laterale, attraverso una ripida stradina ricavata nel costone roccioso, si può raggiunge il luogo in cui era presente la vecchia cappella e dove sgorga una sorgente di acqua freschissima.
Raggiungendo il Santuario dalla SS 287, all’ingresso della strada provinciale che conduce al Santuario, sono presenti due edicole che danno inizio inizio ad una Via Crucis che si snoda lungo il percorso.
Oggi la spiritualità del luogo sacro è assicurata dalle suore della Comunità delle Beatitudini che, dal 2012, per volere del Vescovo Staglianò, svolgono il loro apostolato al Santuario di Madonna della Scala.
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