A metà Ottocento l’affermazione delle trasmissioni telegrafiche rappresentò una vera e propria rivoluzione nel campo delle comunicazioni fino ad allora dipendenti da una serie di impianti e ripetitori ottici la cui rete principale risaliva al XVI secolo.
Il semaforo di Belvedere, come si evince da una lapide marmorea posta al secondo piano dell’edificio, venne costruito nel 1889, probabilmente sulle basi di un ripetitore ottico documentato nel 1818. Oltre ad essere un vero e proprio ufficio telegrafico svolgeva anche una serie di importanti funzioni in ambito militare, commerciale e sanitario permettendo l’identificazione e la comunicazione con il naviglio presente all’interno del porto grande di Siracusa ma anche con un’ampia porzione di costa a nord di Siracusa, fino ad Augusta.
I Semafori come quello di Belvedere, benché dotati di attrezzature e personale della Regia Marina, espletavano anche funzioni “civili” applicando specifiche normative del Ministero delle Poste e Telegrafi. Per espletare il servizio, l’amministrazione forniva ai semafori i necessari stampati e bolli databili, mentre la Marina, responsabile tra l’altro dei telegrammi meteorologici di Stato, provvedeva ai contrassegni ufficiali e alle altre dotazioni occorrenti.
Nel 1915, con l’entrata in guerra dell’Italia, oltre ai compiti già menzionati si aggiunse, anche per il semaforo di Belvedere, il compito di avvistare e segnalare le navi e gli aerei da guerra nemici.
Con l’istituzione nel 1923 della Regia Aeronautica e nel 1925, in seno ad essa, del Servizio Meteorologico Centrale, il semaforo fu presidiato ed abitato sia da marinai che da avieri che emanavano due distinti bollettini metereologici.
Un decennio dopo, nel 1936, sarà l’Aeronautica a presiedere tutta l’attività meteorologica italiana, iniziando in quegli anni anche il sondaggio verticale dei venti in quota mediante il lancio di palloni aerostatici, ai marinai restò così competenza esclusiva quale posto di telecomunicazione marittima.
A partire dal 1939 il semaforo diventò “Centro Raccolta Notizie” della Difesa Contraerea Territoriale. Con la firma dell’armistizio anche i semafori, rimasti senza ordini, furono evacuati. La situazione di sbandamento generale durò sino ai primi mesi del 1944, quando il servizio riprese in modo regolare mediante osservazioni meteorologiche da parte di personale congiunto della Marina e dell’Aeronautica, ciascuno per i propri compiti istituzionali.
Nel 1952 il ministero delle Poste emanò le cosiddette “Istruzioni sul servizio dei telegrammi e marconigrammi” che ci consentono di avere una chiara visione dei principali compiti affidati ai semafori in tempo di pace. Questi, oltre alle loro funzioni come stazioni metereologiche, operavano principalmente come stazioni di collegamento con le imbarcazioni in navigazione espletando anche il servizio pubblico di “scoperta eventuale”, che consisteva nella richiesta di essere avvisati dell’arrivo di una determinata nave.
La convivenza tra la marina e l’aviazione perdurò fino al 1955 data in cui avvenne il definitivo trasferimento del personale militare. Visto l’avvento della radio di bordo il servizio fu considerato infatti non più necessario, con la conseguente soppressione della categoria militare dei “segnalatori”.
Nel 1957 il semaforo, non più presidiato, fu dato in custodia ad una famiglia di Belvedere, gli Storniolo, che vi abitarono con i loro 9 figli, fino al 1971.
Da allora il semaforo di Belvedere, incustodito e svuotato delle sue funzioni originarie, è andato lentamente incontro ad un degrado progressivo. Affiancato da un alto traliccio della RAI e invaso da una selva di antenne delle società di telefonia mobile, continua ad essere utilizzato anche come base dei ponti radio delle forze dell’ordine. Nel 2015, grazie all’impegno delle associazioni del territorio e del consiglio circoscrizionale, il Semaforo di Belvedere è stato per la prima volta aperto alle visite del pubblico.
di Marco Monterosso
© E' VIETATA LA RIPRODUZIONE - TUTTI I DIRITTI RISERVATI