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la determina sindacale

Inchiesta sul cimitero di Siracusa: il Comune si costituisce parte civile

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La rappresentanza legale dell’Ente è stata affidata all’avvocato Dario Spatafora

Il Comune di Siracusa si costituisce parte civile nell’ambito del procedimento penale riguardante la gestione del cimitero comunale per chiedere il risarcimento di tutti i danni subiti.

La determina sindacale arriva dopo che il dott. Salvatore Palmenri ha firmato il decreto che fissa l’udienza preliminare sulla richiesta di rinvio a giudizio nei confronti degli indagati.

L’incarico è stato affidato all’avvocato Dario Spatafora, iscritto all’Albo di fiducia degli avvocati esterni che per la gestione della lite ha presentato un preventivo di 2.558,47 euro di cui 2.033,00 per onorario, 304,95 per spese generali, 93,52 per C.P.A. e 127 euro  per spese esenti, previa ritenuta d’acconto d’imposta del 20% se dovuta.

L’indagine della Squadra Mobile sulla “compravendita di loculi” è partita nel 2019  dopo la denuncia di una donna che vive ormai lontana e che, rientrata a Siracusa durante le festività natalizie, si era accorta che la cappella di famiglia del cimitero comunale, in cui erano state tumulate le salme dei propri parenti, era occupata da altri defunti.

A febbario del 2023 l’allora direttore del cimitero di Siracusa, Fabio Morabito, e un operaio edile, Marco Fazzino, furono arrestati poiché ritenuti dall’accusa responsabili, in concorso fra di loro, di induzione indebita, abuso d’ufficio, falsità documentale e sottrazione di cadavere “al fine di trarre un ingiusto profitto quantificato in oltre 60.000 euro”.

Dal lavoro di indagine viene alla luce quello che l’accusa definisce “un sistema consolidato tale per cui il direttore e l’operaio edile, abusando della funzione svolta, inducevano i privati, spinti dal bisogno e dall’urgenza di dare sepoltura ai loro cari, a versare somme di denaro allo scopo di eludere le lungaggini delle procedure di evidenza
pubblica, finalizzate all’assegnazione legale dei loculi e delle cappelle”.

Il costo per ottenere un “loculo”, secondo quanto emerge da alcune intercettazioni telefoniche, poteva fruttare anche 10mila euro.

Somme di denaro e appunti con nomi e cifre vennero sequestrate, al momento dell’arresto in casa dell’ex direttore del cimitero.

Nel registro degli indagati finirono anche altri 9 nomi tra dipendenti comunali, un ex dirigente e gli acquirenti dei loculi.

Dopo il carcere e i domiciliari, l’ex direttore ha ottenuto l’obbligo di dimora e il reintegro al lavoro, ma in un ufficio diverso rispetto a quello che occupava in precedenza.

Adesso arriva l’udienza preliminare del procedimento penale che, come annunciato, vedrà il Comune esercitare i propri diritti di parte offesa.

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