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La grotta dei Santi di contrada Alia, in territorio di Licodia Eubea

di Marco Monterosso
la grotta dei santi

In età medioevale, in contrada Alia, a pochi Km da Monterosso Almo (RG) ma in territorio di Licodia Eubea (CT) era presente un casale che fu abitato almeno fino al XIV-XV secolo

Il casale, “vero elemento di originalità della Sicilia medievale”, non era altro che un piccolo centro “aperto”, cioè privo di difese, che accoglieva la popolazione contadina di quei territori lontani dai centri abitati dell’Isola.(H. Bresc, Il fenomeno urbano nella Sicilia d’età medievale, 2007) Durante la dominazione normanna questi casali, concessi in feudo spesso con gli stessi “villani” che vi abitavano, appaiono ampiamente diffusi nell’intero territorio siciliano potendosene contare oltre novecento, contro circa 120 abitati di media grandezza e solo 9 grandi centri definiti “città”.
(M. Amari, Storia dei musulmani di Sicilia, Vol. II, 1858)

La grotta dei Santi di contrada Alia, in territorio di Licodia Eubea

Seppur oggi non resta quasi più traccia delle abitazioni di questi casali, l’utilizzo di antiche escavazioni rupestri, comunemente riadattate a luoghi di culto, consente di definire, soprattutto nel sud est dell’Isola, una mappa abbastanza dettagliata della loro diffusione.

Tra questi appunto il casale di Alia di cui si trovano le prime notizie documentali al tempo del Vespro quando signore del feudo era l’eques (cavaliere) Tommaso di Lalia, domiciliato a Vizzini e chiamato, nel gennaio 1283, al servizio militare da re Pietro II.

Successivamente il casale pervenne a Michele Lopis de Asur, nel 1327 la sua vedova, donna Safira, versò all’erario 11 salme di frumento e la somma di onza 1.19.9 equivalenti alla quarta parte del reddito annuo del casale, esclusi i redditi della vigna compresa nel territorio del casale. (A. Marrone, Repertorio della feudalità siciliana, 2006) Ciò dimostra che ancora nel XIV secolo il casale non solo era abitato ma produceva grandi quantità di frumento e del vino.

Probabilmente già nel corso del secolo successivo, quando il casale iniziò a spopolarsi, le terre di Alia (o Lalia) pervennero ai Santapau, feudatari di Licodia, che le tennero fino alla metà del Seicento quando, per via ereditaria, passarono ai Ruffo.

La grotta dei Santi di contrada Alia, in territorio di Licodia Eubea

Il sito, frequentato già in epoca tardo antica presenta “Un piccolo nucleo di abitazioni in grotta artificiale ed un cospicuo numero di camerette sepolcrali con grandi arcosoli alle pareti e fosse ritagliate nel pavimento”.

Probabilmente tra XI e XII secolo due di questi antichi ipogei furono riadattati per le esigenze di culto del casale medioevale.

“Una delle due escavazioni mostra chiaramente che prima di diventare oratorio ebbe destinazione sepolcrale; nell’altra, invece, pare sia avvenuto esattamente il contrario”

La grotta dei Santi di contrada Alia, in territorio di Licodia Eubea

L’oratorio Est fu ritagliato, quasi nella sua interezza, per I‘inserimento di una grande tomba ad arcosolio quadrisomo, contemporaneamente venne approfondito il taglio pure nel lato di settentrione, ricavando alcune strutture a teguria e qualche deposizione ad arcosolio a singola arca.

La sala, di geometria rettangolare e soffitto piano, ha una larghezza di mt 2,75, una profondità di mt 4,60 e un’altezza di mt 2,20.

Nella parete settentrionale sono evidenti i resti di alcuni affreschi di soggetto religioso di un tipo molto diffuso in Sicilia dopo l’XI secolo.

Si trattava di due pannelli di santi riquadrati da banda rossa, dei quali si conserva anche parte dei volti. In uno, di essi si notano alcune lettere di un titolo apparentemente in greco.

La grotta dei Santi di contrada Alia, in territorio di Licodia Eubea

L’oratorio Ovest, anch’esso di forma rettangolare e soffitto piano, presenta maggiori dimensioni ed origini palesemente cimiteriali.

La sala presenta una larghezza di mt 4,15, profondità di mt 5,40 e un’altezza di mt 2,85 e Il pavimento conserva ancora parte del basolato in pietra e una tomba terragna del basso medioevo.

La grotta dei Santi di contrada Alia, in territorio di Licodia Eubea

Nel lato orientale una delle sepolture ad arcosolio monosomo fu utilizzata come absidiola mediante l’asportazione dell’arca, fu realizzata una nicchia, forse utilizzata come contenitore per oggetti di uso liturgico e venne apposto un affresco raffigurante la crocifissione.

“La figura crocifissa domina tutta la pittura ed ai suoi lati, ma in dimensioni più piccole, sono la Madonna e San Giovanni; ancora più piccola è l’immagine di Longino che trafigge il costato di Cristo.

Dalle ferite il sangue si sparge copioso: in maniera violenta dall’addome, descrivendo traiettorie ondulate dalle mani e dai piedi inchiodati.

Le figurine tonde del sole e della luna con fattezze antropomorfe ed a tinte ocra e viola si dispongono ai lati del volto di Cristo, verso cui proiettano minuscoli raggi degli stessi colori”.

Sulla scena dipinta sono presenti numerosi graffiti con nomi di devoti e le relative date, la più antica delle quali sembra essere del 1445. (S. Giglio, La cultura rupestre di età storica in Sicilia e a Malta, 2002).

L’affresco è stato restaurato nel 2009 per iniziativa dell’Archeoclub di Licodia mentre, le aperture dei due oratori, sono state ristrette con muretti a secco.
Foto di Angelo Magnano ©

La grotta dei Santi di contrada Alia, in territorio di Licodia Eubea

 

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