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La mappatura delle 9 province siciliane nella relazione della Commissione Antimafia all’Ars

antimafia

“Nel Siracusano – ha detto Cracolici – la mafia è organizzata in quattro zone di influenza”

“Un’organizzazione criminale meno pressante ma capillare, che agisce all’insegna del “pagare meno ma pagare tutti”, una caduta della tensione antimafia che si è tradotta in un sentimento di pericolosa indifferenza dopo l’onda emotiva successiva alle stragi, un tessuto connettivo caratterizzato da ingenti risorse derivanti dal traffico di stupefacenti”.

Questo è lo spaccato emerso dalla mappatura della commissione Antimafia all’Ars nelle nove province siciliane, nel corso delle quali sono stati auditi nove prefetti, 19 procuratori capo, 4 procuratori antimafia, 302 amministratori locali, questori, comandanti provinciali della Guardia di finanza e dei Carabinieri, nonché i vertici delle direzioni
investigative antimafia.

Il presidente della commissione, Antonello Cracolici ha presentato oggi i risultati della mappatura nelle 9 province siciliane.

“Nel Siracusano – si legge nel report – la mafia è organizzata in quattro zone di influenza: la città di Siracusa; la zona di Floridia e Solarino; la parte meridionale e la parte settentrionale della provincia.

Quest’ultima zona appare caratterizzata per un verso dal fenomeno delle guardianie abusive, quale forma evidente di controllo del territorio che ha portato negli anni passati anche ad un omicidio e, per altro verso, dalla presenza del polo petrolchimico siracusano, ove è presente un’attività criminale che si sviluppa in sordina e dove si registra una preoccupante impennata di reati legati alla droga.

La parte settentrionale è invece popolata da gruppi criminali affiliati alla mafia catanese, ma operanti in autonomia”.

Dal report della commissione emerge sempre nel Siracusano, una sempre più diffusa circolazione di armi.

Traffico e spaccio di droga restano le attività preponderati e più proficue per la criminalità organizzata, ma non sono le sole..

Inoltre nel Siracusano in particolar modo, viene evidenziato il trend assolutamente positivo registrato in materia di produzione e commercializzazione di prodotti agricoli che “ha attirato – denuncia il report – anche gli appetiti della criminalità organizzata che ha realizzato varie frodi – anche alimentari – e che  ha tentato di entrare in possesso di beni confiscati o di accaparrarsi terreni, praticando estorsioni o truffe aggravate dal metodo mafioso e volte all’accaparramento dell’intera filiera alimentare”.

Nella relazione il presidente Cracolici ha anche riportato come “l’aumento esponenziale dei voli da e per la Sicilia orientale e l’incremento dell’attrattività turistica del Siracusano stanno portando la mafia a investire molto su questo territorio, nel tentativo di accaparrarsi tutte le occasioni di guadagno derivanti dall’espansione di un nuovo
settore commerciale”.

Nell’otticia infine degli interventi volti a tutelare i più giovani è stato attribuito grande valore al protocollo “Liberi di scegliere” siglato dal Presidente del Tribunale per i minorenni di Catania in materia di contrasto alla dispersione scolastica e lotta alla criminalità minorile, adottato nel Siracusano oltre che nel Catanese e adesso
offerto come modello di protocollo a livello nazionale.

“La commissione Antimafia chiederà al governo regionale – ha aggiunto Cracolici – di estendere a tutti i territori, in particolare a quelli in dissesto economico, le tecnologie utili a tutela della sicurezza e della legalità”.

Sul riutilizzo dei beni confiscati il cui riuso sociale Cracolici ha concluso: “Deve essere rilanciato e la Regione può, attraverso l’Irfis, dare un concreto supporto alle aziende confiscate, garantendo un accesso al credito agevolato”.

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