Confronto tra economisti ed imprenditori
“Una valutazione nel complesso positiva su un provvedimento che ha l’indubbio merito di riavviare il dibattito sullo sviluppo del Mezzogiorno e definire un quadro composito di misure per il rilancio dell’economia meridionale facendo perno sulle aree Zes e Zls(zone logistiche semplificate).
È decisivo spendere bene i fondi, che oggi non mancano, perché lo sviluppo del Sud è necessario per una crescita robusta dell’Italia e per una convergenza verso l’Europa”.
Così Vito Grassi, vice presidente di Confindustria e presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di coesione territoriale intervenendo al convegno organizzato dalla Piccola Industria di Confindustria Sicilia a Siracusa a cura del presidente regionale Sebastiano Bongiovanni.
“L’idea di una Zona unica è positiva – ha detto in apertura – ma va mantenuto l’ancoraggio dell’attuale strategia industriale di sviluppo.
È imprescindibile assicurare continuità agli strumenti di incentivazione e semplificazione esistenti.
Sul sistema Zes è opportuno un coinvolgimento più attivo e stabile degli attori economici e sociali, sia nella Cabina di regia che nella Struttura di missione. Confindustria non farà mancare il proprio contributo”.
Ha aperto il lavori nella sede di Confindustria Siracusa il presidente Gian Piero Reale:“Tutte le nostre imprese sono pronte a cogliere le opportunità date dai fondi europei e dalle Zes: chiediamo – ha detto – alla politica nazionale e regionale di velocizzare i tempi di attuazione, di assicurare una burocrazia snella e veloce, sia nelle autorizzazioni che nelle erogazioni alle imprese che decidono di investire nel Mezzogiorno”.
Il presidente di Confindustria Sicilia, Alessandro Albanese ha evidenziato che “la questione meridionale è una questione culturale.
Un territorio istruito è un territorio che ha margini di crescita e il sud è strategico per la produzione manifatturiera italiana.
I numeri ci dicono che la raffinazione per il 68% è al sud, l’automotive per il 50% è al sud , i Veicoli leggeri 100% al sud, per il 50% le estrazioni, le produzioni alimentari, la Produzione energetica da fonte fossile. Dunque una Sicilia strategica per l’Italia”.
Sebastiano Bongiovanni, presidente della Piccola Industria di Confindustria Sicilia ha sottolineato che “sarebbe auspicabile un coordinamento e una semplificazione per la messa a terra dei vari strumenti di finanziamento europeo, nazionale e regionale evitando sovrapposizioni tra i diversi strumenti. Occorre inoltre valorizzare in loco il nostro capitale umano, che spesso lascia il nostro territorio”.
Gli economisti presenti al convegno Francesco Saraceno, Docente di Economia Internazionale ed Europea a Sciences Po a Parigi e alla Luiss, Roberto Franchina, Vice Presidente Piccola Industria di Confindustria Sicilia, Luca Bianchi, Direttore Svimez ed Emanuele Felice Ordinario di Storia Economica all’Università Iulm, nelle loro relazioni hanno sottolineato il divario sulla creazione del Pil nella nostra Regione e nel Mezzogiorno e la distonia tra investimenti formativi in Sicilia e la domanda di lavoro su smart specialization.
Nel 2021 in Sicilia ci sono stati 5000 laureati Stem, ma, di questi, 2000 hanno lasciato il nostro territorio. La percentuale del 36% degli emigrati dalla Sicilia nel 2021 sono laureati (dati SVIMEZ).
Tutti hanno sottolineato che occorrono politiche selettive e specifiche per accompagnare la crescita dei settori produttivi nella nostra Regione.
L’assessore regionale alle attività produttive Edmondo Tamajo, in chiusura dei lavori, ha confermato che i tempi di erogazione dei finanziamenti da parte dell’Assessorato Regionale saranno rapidi e certi per rispondere alle esigenze delle imprese.
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