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Le cattedre ambulanti di agricoltura

di Marco Monterosso
agricoltura

Il decennio che precede l’annessione del mezzogiorno al regno d’Italia, risulta essere segnato da una diffusa crisi sociale ed economica a cui le autorità non sembravano in grado di far fronte. In un continente che si avviava spedito verso grandi trasformazioni tecnologiche che cambiarono il volto stesso della società, l’arretratezza siciliana è testimoniata da bassissimi indici d’investimento sia in campo infrastrutturale che industriale

Soffriva però anche il comparto agricolo, la prima e più importante voce economica dell’isola, che rimaneva ancora legato a tecniche colturali superate, a modalità di conduzione arcaiche e ad una politica doganale controproducente.

Il progressivo affrancamento dal rapporto colonico di antico regime e la nascita di un consistente nucleo di contadini piccoli proprietari pose tra gli intellettuali più illuminati del tempo, anche il tema della loro formazione al fine di introdurre le nuove tecniche colturali fortemente condizionate dal nascente apporto della chimica.

Si trattava in sostanza di fornire agli agricoltori tutte le informazioni necessarie affinché potessero migliorare la resa dei loro campi sfruttando a loro vantaggio, e indirettamente anche a vantaggio dell’intera collettività, le più moderne tecniche agricole in merito all’uso dei “concimi, coltura del frumento, preparazione della semente, malattie del grano, raccolta e processi di conservazione eccetera…” L’iniziativa si concretizzò negli anni successivi la proclamazione del regno d’Italia, quando da Nord a Sud nacquero, spesso su iniziativa di privati, cattedre ambulanti per promuovere la formazione degli agricoltori.

Nonostante la scarsezza di documentazione la prima cattedra italiana fu istituita a Noto, allora capoluogo di provincia, la cui direzione fu affidata a Rocco Sanfermo il quale pubblicò una memoria dal significativo titolo: «Cattedra ambulante di Agricoltura per diffondere il più sollecitamente possibile le principali e le più semplici cognizioni agrarie fra i coltivatori della provincia». (M. Zucchini, Le Cattedre ambulanti di agricoltura, 1970)

Dopo la pubblicazione dell’Inchiesta agraria di Stefano Jacini del 1886 venivano istituti i comizi agrari che avevano fra l’altro il compito di svolgere “attiva opera di propaganda per far conoscere le migliori coltivazioni, i migliori metodi colturali, i più perfezionati strumenti ed in genere stimolare ogni intervento atto a promuovere pratiche dimostrazioni, esposizioni di prodotti, di macchine e di strumenti rurali”.

I comizi agrari presero piede soprattutto nelle regioni settentrionali ma sostanzialmente si dimostrarono un fallimento anche per la mancanza, o per lo meno l’insufficienza, di uomini preparati professionalmente per assolvere ai numerosi compiti attribuiti.

In quegli stessi anni per iniziativa di amministrazioni provinciali, comuni, camere di commercio e banche popolari, specie nell’Italia settentrionale, la costituzione delle cattedre ambulanti fu travolgente.

Le cattedre ambulanti di agricolturaEsse ebbero dapprima un proprio regolamento e funzionarono prevalentemente col solo contributo degli enti locali a cui si aggiunse successivamente quello del Ministero dell’Agricoltura.

Nello stesso periodo nacquero numerosi consorzi agrari, nati in forma di società cooperative per svolgere principalmente la funzione di gruppi di acquisto, che in diversi casi finirono per promuovere e finanziare le cattedre ambulanti.

Il favore incontrato dalle cattedre ambulanti fra gli agricoltori e i risultati conseguiti furono tali che non solo esse vennero istituite in tutte le provincie, ma fin dal 1901 si cominciarono a creare sezioni specializzate presso la sede stessa della cattedra e sezioni ordinarie nei più importanti centri rurali di molte provincie.

Perciò man mano che le cattedre aumentavano di numero si faceva sentire la necessità d’un ordinamento di carattere generale. Così a cominciare dal 1906 il governo dettò norme sempre più particolareggiate intese a dare riconoscimento e base giuridica ai consorzî per il mantenimento delle cattedre stesse.

Le cattedre ambulanti di agricolturaNel 1919 sul territorio nazionale si contavano già 80 cattedre provinciali con 140 sezioni, in Sicilia una sola era statale mentre le altre erano a carattere consorziale. Fra queste quella di Siracusa, istituita su iniziativa del modicano Clemente Grimaldi, che aveva sede presso l’ex convento dei PP. Riformati di piazza S. Lucia e sezioni staccate a Noto e Modica.

Le numerose norme fin lì emanate furono coordinate e integrate da un regio decreto del 1928 con il quale il regime fascista riconobbe le cattedre come enti pubblici autonomi consorziali, aventi personalità giuridica, sottoponendole alla vigilanza del ministero dell’agricoltura.

Nonostante l‘enciclopedia Treccani del 1931 riportava che “L’attività complessivamente spiegata dalle cattedre ambulanti di agricoltura nel regno, dal loro sorgere ad oggi, è stata in ogni campo notevolissima e ha potentemente contribuito al progresso dell’agricoltura nazionale”, nella logica accentratrice e dirigista del fascismo, le cattedre furono definitivamente soppresse nel 1935.

Il loro patrimonio fu gestito dallo Stato e il personale trasferito nei neocostituiti Ispettorati provinciali dell’agricoltura.

Le cattedre ambulanti di agricoltura

Le cattedre ebbero un ruolo singolare e innovativo nel contesto dell’insegnamento tradizionale, ponendosi l’ambizioso obiettivo di: “trasmettere le scoperte scientifiche attraverso dimostrazioni pratiche itineranti”.

L’idea era quella di un modello di scuola molto più attiva, di una sede d’istruzione che, faceva il primo passo.

Non più dunque una struttura fissa che risponde alle esigenze di formazione dei cittadini, ma un’organizzazione mobile, che prende l’iniziativa di diffondere l’istruzione agraria laddove ve ne sia la necessità; una scuola che nel confronto con il territorio, con le sue caratteristiche specifiche e con le sue esigenze particolari, trovava il pieno compimento della sua missione. (A. Marcelli, La scuola va in campagna, 2012)

Immagini tratte da:
www.scripomuseum.com
www.ilcasalediemma.it
www.fondazioneterradotranto.it

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