“Adesso – dichiara Randazzo – continueremo ad impegnarci affinché gli impegni presi con la firma del Patto per la città del 2018 siano perseguiti”
Un grande rammarico per una pagina, quella della collaborazione politica di Lealtà e Condivisione con la giunta Italia, che si è chiusa anzitempo, ma che era evidentemente arrivata al capolinea.
La divergenza insanabile per il sindaco, precisa il presidente dell’associazione Giovanni Randazzo, è arrivata dall’esigenza espressa da L&C di allargare lo schieramento progressista in vista delle prossime elezioni amministrative.
“Su alcuni nomi fatti a titolo esemplificativo – dice Randazzo – il primo cittadino ha deciso di revocare la collaborazione. Da qui la nuova assemblea del 6 dicembre con la quale abbiamo ritirato il nostro sostegno alla giunta con gli assessori Gentile e Gradenigo che hanno manifestato l’indisponibilità a proseguire la propria opera senza l’appoggio dell’associazione”.
Il presidente di Lealtà e Condivisione ha tenuto ad evidenziare che il percorso a sostegno della giunta è stato sempre improntato alla fedeltà come dimostrato in diverse occasioni anche con il voto in aula dei consiglieri di Lealtà e Condivisione.
“Adesso – aggiunge Randazzo – continueremo ad impegnarci affinché gli impegni presi con la firma del Patto per la città del 2018 siano perseguiti. E in quel Patto – tiene a sottolineare – non ricomprendeva il sostegno alla ricandidatura del sindaco, che comunque non escludiamo pregiudizialmente”.
E il futuro cosa prevede? L’impegno di ricucire le fila per arrivare ad una coalizione unitaria del fronte progressista e l’offerta rivolta alla giunta di governo della disponibilità di Lealtà e Condivisione a collaborare per la migliore attuazione delle opzioni offerte alla città dal Pnrr. QUI la VIDEOINTERVISTA
Alla conferenza stampa di oggi, a fianco del presidente Randazzo, c’erano i due assessori di riferimento, Rita Gentile e Carlo Gradenigo, che oltre a ricordare i risultati raggiunti e quelli ancora da raggiungere durante il loro mandato, hanno offerto la loro disponibilità per il passaggio di consegne.
“Unico raggio di sole in una giornata buia segnata dalle dimissioni – ha detto Gradenigo – aver appreso che l’intero pacchetto delle mie deleghe non è stato smembrato, ma è stato assegnato a Raimondo con il quale ho lavorato fianco a fianco”.
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